Sanchez e Lezzerini ci portano alla vittoria contro il Chievo nel giorno della festa dei 90 anni della Fiorentina che è stata bella, lunga, ma volata via abbastanza velocemente. Peccato per l’assenza di Bati e di Baggio che insieme ad Antonio sono stati i miei idoli.
Il Chievo ci ha lasciato vincere abbastanza facilmente, la differenza tecnica in campo si è vista nettamente e se non fosse stato per i gomiti alzati dei veronesi la partita si sarebbe potuta concludere anche prima. Però il calcio è un gioco maschio e la Fiorentina è squadra totalmente femmina che continua, ahimé, ad affidarsi unicamente alle “giocate” del bradipo osannato da tutti. Continuo a dire che Paulo Canà non arriverà a Natale ma al momento mi godo la vittora e provo ad analizzarla.
La Fiorentina ha giocato l’intero primo tempo con uno schema 3 e mezzo, 2 e mezzo, 4. Il mezzo è stato Milic che è stato schierato da terzino fluidificante accanto alla classica difesa a 3. Il Croato era all’esordio ed ha giocato una partita degna. A centrocampo hanno giocato Badelj e Sanchez perché Vecino è dovuto uscire subito. In attacco giocavano Tello largo a destra, il bradipo un po’ più centrale, Kalinic centravanti e Borja sulla stessa linea ma più a sinistra.
Il primo tempo è stato di una piattezza disarmante dove si sono viste tre giocate di Tello non sfruttate perché in area c’era solo Kalinic. Per chi non lo avesse ancora capito Tello ha tre cartuccie a partita, giocate quelle sparisce dal campo.
Poi abbiamo visto anche qualche azione a sinistra con un paio di cross di Milic e qualche inserimento di Borja.
Per nostra fortuna abbiamo trovato il gol con un colpo di testa di Sanchez su calcio d’angolo (tutti in tribuna sottolineavano l’assist del bradipo). Il Chievo nel primo tempo è stato completamente passivo.
Nel secondo tempo è uscito quasi subito Sanchez e Paulo Canà a scelto di arretrare Borja a centrocampo e inserire Bernardeschi al suo posto. Chiaramente a sinistra perché Bernardeschi il meglio lo esprime a destra. A quel punto siamo entrati in una fase di partita molto altalenante con rapidi capovolgimenti di fronte, con le energie a corto da entrambi i lati e con i centrocampi poco propensi a fare filtro. Sulla nostra destra, dalla parte di Tello, c’era una prateria e Gobbi (Gobbi!) l’ha bruciato più volte. Il Chievo ha avuto un paio di occasioni belle, di cui una esagerata ma fallita perché la fortuna ci ha dato una mano e Lezzerini ci ha messo un piede.
All’80-esimo la nostra occasione più grossa con il bradipo che si è liberato bene dell’ultimo difensore e si è presentato di fronte al portiere. Ha pensato, ripensato… traversa! L’occasione che poteva chiudere la partita si è stampata sulla traversa per il tripudio dei tifosi. Quelli boni in certe occasioni chiudono la partita, quelli bradipi prendono la traversa e gli elogi di tutti perché lo spettacolo è più importante.
La partita è finita lì perché entrambe le squadre erano ormai cotte.
Ecco il medagliere.
Oro: Sanchez
Sanchez era all’esordio da titolare e l’ha bagnato con il gol quindi non può che meritarsi l’oro. Sembra un bell’acquisto, un mediano nuovo stampo che ringhicchia sull’avversario, che non toglie la gamba nei contrasti, che ha una buona tecnica nello stretto e un piede decente sul medio e lungo passaggio a parte un lancio completamente sbagliato con le inevitabili esclamazioni del pubblico, sopratutto quello di bocca raffinata. Il futuro ci dirà che tipo è.
Argento: Lezzerini
Se Sanchez apre, Lezzerini chiude. Chiude la porta aiutato dalla fortuna a quello che poteva essere il pareggio del Chievo a meno di un quarto d’ora dal termine con la squadra in riserva. Non è stato l’esordio ma è stata la prima partita vera. Rimaniamo fiduciosi anche su di lui e aspettiamo altre occasioni. Non sarebbe male avere in porta finalmente un n. 1, giovane e Italiano.
Bronzo: Borja
Il solito che canta e porta la croce, prezioso soprattutto nel secondo tempo quando ha giocato nel suo ruolo e si doveva dare equilibrio e far girare palla. Nel primo tempo si è sacrificato come seconda punta senza incidere ma è stato comunque bravo a giocare in una zona di campo che non sua.
Collettivamente non posso che dire bravo a tutti i giocatori perché non deve essere stato facile agguantare tre punti dopo tre infortuni e con un assetto tattico manifestatamente troppo offensivo.
Hanno avuto una prestazione positiva tutti i difensori, Milic, Badelj, Kalinic.
Il bradipo è sempre storia a parte, ha fallito il 2-0 e ha difeso pochissimo, ma gioca in una posizione e un ruolo privilegiato, io lo metterei in panchina preferendogli un centrocampista vero o un’attaccante vero. Però c’è chi lo osanna e chi addirittura l’ha visto con il migliore ieri sera. Ai posteri l’ardua sentenza.
Non mi ha sopreso Tello che ha confermato quello che si è visto per tutto lo scorso anno, un giocatore da 30 minuti o meno se arriva prima una pedata intimidatoria.
Mi sta sorprendendo in negativo invece Bernardeschi, troppe esperienze nuove l’anno scorso, la maglia numero 10, gli elogi, la nazionale, la ribalta, ecc. ecc. Vediamo se avrà la stoffa per cogliere l’occasione giusta e superare l’accoppiata bradipo-Canà.
Un saluto di cuore a Giuseppe Rossi e l’augurio che possa trovare finalmente la sua dimensione. Purtoppo la serie A non è più per lui.
E’ bradipo… però ieri è tornato spesso anche al limite della nostra area a recuperar palla (specialmente quando Sanchez è uscito) ed è stato l’unico a fare dei veri cambi di gioco e veriticalizzazioni che Tello poteva sfruttare meglio, se non avesse già sparato le tre cartucce. E alla fine rimane nonostante tutto l’unico ad avere qualche chance di segnare in modo “diverso” da quello di Kalinic. Tutti lo mettono fra i migliori in campo e penso abbiano ragione. Per il resto, se viene JoJO son più contento
Condivido i giudizi espressi, ma il tono caustico è odioso (sono caustico anch’io per una volta) e non fa altro che focalizzare l’obiettivo su particolare meno significativi. 2 esempi:
– Tello è molto giovane e la continuità può migliorare molto giocando con continuità: non mi stupirei se nella prossima partita partiranno da lui 4 giocate invece di 3 e potremmo ritenerci soddisfatto perchè spesso poi anche 3 sono un numero sufficiente se i compagni sono più svegli.
– Ilicic non è giovane, ma la cosa peggiore non è la lentezza, ma l’ignoranza calcistica che lo pervade e gli ispira sempre una postura instabile, spesso un tocco di troppo con la successiva necessità di una giocata difficile che a volte riesce o altresì di una giocata pavida, ma soprattutto l’incapacità di leggere la partita e capire il momento sia in attacco che ovviamente in fase difensiva, un’attività che ritiene evidentemente superflua e dequalificante, vista l’indolenza con cui vi partecipa.
Questo condiziona il gioco dei compagni e la scelta del modulo e degli uomini perchè Sousa si rende conto che non può fare a meno del suo talento, ma la verità è che un “fuoriclasse” da 12 gol è un “fuoriclasse” da salvezza.
Forza Viola