Ora che si stavano attenuando i toni del dopo Juve- Roma, certo non sentivamo il bisogno dell’uscita di Nicchi, con cui ci tiene a sottolineare che queste polemiche non fanno bene al calcio… ma che nella sostanza pone prepotentemente la voce del padrone sulla questione: “non possiamo parlare di errori arbitrali, ma di casi al limite“! Quindi tutti scagionati e, nonostante una ipotetica apertura alla tecnologia, di fatto si rispedisce al mittente ogni tentativo di innovazione. Come al solito ci si rifugia dietro il tema costi/benefici, senza però avviare una serie analisi fra quanto costano ogni domenica 6 arbitri in campo e quanto potrebbe costare a tendere una tecnologia, che come sappiamo ha un decremento dei costi molto rapido una volta consolidata.
Personalmente ho avuto in passato perplessità sull’introduzione della moviola in campo e ancora oggi rimangono alcuni dubbi. Ma è d’altra parte palese che una serie di attori, con la classe arbitrale in testa, si sta trincerando verso una posizione anacronistica, rilegando lo sport più popolare in uno sport di nicchia per la sua gestione politica. Riflettendo un po’, possiamo renderci conto che oggi nel tennis (teatro in passato di accese polemiche per le decisioni arbitrali) l’avvento della tecnologia potrebbe, per assurdo, consentire lo svolgimento di una gara senza arbitri e giudici: i giocatori potrebbero arbitrarsi da soli, andando sulla fiducia e, quando si ritiene utile, sull’uso controllato di “Occhi di falco”. Questo abbassa la pressione sul giudice di gara aumentando la responsabilità dei giocatori. Certo il calcio è per fortuna molto meno deterministico di questi sport e, se da una parte si potrebbe ricorrere ad ausili tecnologici una volta che l’arbitro ha interrotto il gioco, più difficile diventa il caso in cui sia la tecnologia ad essere proattiva (e quindi far interrompere il gioco). Ci sono però degli elementi fondamentali (gol-non-gol, fallo dentro-fallo fuori, gol in fuorigioco) che rappresenterebbero già un segnale importante della volontà del governo del calcio di uscire dalla loro nicchia “protetta”: questo potrebbe responsabilzzare prima di tutto i calciatori (se pensi ci sia un errore, giocati la verifica) e permettere agli arbitri (che supponiamo onesti) di non affogare in uno stato confusionale assoluto, specialmente quando spiccano in campo giocatori con elevata personalità… come d’altra parte è successo a Rocchi, che sarà bravo, che non ha senso forse discutere, ma che nella sostanza ha rovinato la partita più attesa del campionato.
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