La giustizia ordinaria tra televisioni e calcio

E’ di oggi la notizia su un nuovo giro di accuse a metà strada tra calcio e televisione. Questa volta però è la giustizia ordinaria, non quella fasulla di Palazzi, che entra a gamba tesa. I nomi che si fanno negli articoli dei due maggiori quotidiani nazionali sono: Infront, Rti (Mediaset), Genoa (Preziosi), Bari (Paparesta l’arbitro) e, udite, udite, Lotito.

Il Cecchi Gori figlio, si sa, dilapidò l’anticipo sui proventi televisivi e si ritrovò a dover far fallire la Fiorentina. Ancora oggi, quando non viene scoperto nessun talento da 25 milioni, pare che l’operazione anticipo sui proventi televisivi sia l’unica opzione possibile per far sopravvivere le società di calcio in gravi difficoltà finanziare.

Questo sembra proprio quello che sia successo, non proprio direttamente con le televisioni come fece il nostro Vittorio, ma tramite l’advisor Infront, il consulente super partes che dovrebbe garantire tutte le società allo stesso modo. Invece, stando alle accuse, pare che Infront abbia “anticipato” dei soldi al Genoa di Preziosi e al Bari di quel Paparesta rinchiuso negli spogliatoi da Moggi.

Ma possibile? Possibile che ci sia un giro di giustizia ordinaria sul calcio? Che questa volta non si parli di frodi sportive, di partite vendute, ma si arrivi a parlare di «ostacolo all’attività di vigilanza», quindi un reato bello e buono da magistratura ordinaria? Tra l’altro, ci sono inchieste parallele che ruotano intorno ad Infront e che trattanto di turbativa d’asta per i diritti TV e riciclaggio di denaro.

Forse, come al solito, corro troppo, eppur mi pare che i nomi coinvolti puntino tutti dritti in una sola direzione. Non sarà che stanno per scoperchiare il pentolone? Chi ci troverano dentro, ormai bollito, tra televisioni e calcio?