A precisa domanda:”Che partita vi aspetta?“, Spalletti ha risposto:”Non è la partita che aspetta noi, siamo noi ad andare incontro alla partita.” e poi ha fatto una lezione filosofica sulla differenza tra aspettare le partite e andare a prenderle, spiegando poi come lui doveva essere bravo a scegliere i giocatori più adatti, quelli che certe partite non le aspettano ma le vanno a prendere.
Ieri sera, contemporaneamente al preliminare, su una rete della solita emittente, trasmettevano “L’allenatore nel pallone”. Questo calcio pieno di miliardi, di figurine, di sponsor, di commentatori è molto peggio di quello di Oronzo Canà e tanti degli allenatori che vi orbitano non valgono un calzino del mago della bizona.
Tutti bravi di fronte alle telecamere, tutti poliglotti, tutti bravi a dare spunti a chi deve riempire con il niente pagine di giornali e ore di televisione spazzatura, tutti bravi a scaricare sempre la colpa sulle società che non gli mettono a disposizione una rosa adeguata con nessuno che però ha il coraggio di farsi da parte visto che non lo accontentano.
Viene a domandarsi quale opinione possano avere i giocatori all’interno dello spogliatoio, quanta fiducia, quanta stima, quale dedizione possano mettere nell’applicazione dei dettami di allenatori così. Noi a Firenze ne sappiamo tristemente qualcosa.
Voglio un allenatore vero, italiano, furbo, che abbia la necessità di dover lavorare per vivere, che abbia fame e la sappia trasmettere alla squadra. Voglio un allenatore vero a Firenze, uno che sappia stare in panchina, che sappia infondere coraggio con l’esempio e non solo con le parole. Basta con gli allenatori di spettacolo, di successo, bravi di fronte alle telecamere, insignificanti in panchina.
Corvino, ti prego, tira fuori dal cappello un allenatore vero.
Io non voglio fare nomi, perché sono rimasto veramente scottato dalla storio Delio Rossi (che fra l’altro a me è sempre piaciuto poco): però sentivo i tifosi alla radio (Blu), li leggevo nei siti online… tutti erano sicurissimi che Delio Rossi ci avrebbe fatto svoltare,i giornalisti hanno iniziato a sostenere questa tesi (anche perché era il modo per vendere meglio) e Corvino (che era in evidente difficoltà e stava perdendo anche poteri in società) fece questa mossa, a cui probabilmente non credeva molto. Quindi non faccio nomi e spero che i tifosi ed i media ne facciano tantissimi, che è un altro modo per non farne nessuno (come accade d’altra parte per il calciomercato). Ho però due rimpianti: Mihajlovic capitato a Firenze troppo presto e nel peggiore momento possibile e Montella, che secondo me aveva ancora molto da dire a Firenze, se magari lui fosse stato meno permaloso e i Della Valle meno rigidi.