Ho già avuto modo di scrivere ultimamente che da una mia sfiducia di fondo nei confronti di Paulo Sousa, vissuta nel periodo estivo quando la Fiorentina perdeva ogni amichevole, il tecnico era apatico e al tempo stesso polemico e rassegnato nei confronti delle mosse di mercato, sono passato dopo la chiusura del mercato e l’avvio della stagione ad una visione più ottimista sulle sue capacità di condurre anche quest’anno in modo efficace la nostra squadra. E’ d’altra parte evidente che Paulo Sousa sta vivendo un periodo generale di difficoltà, perché tifosi e media non stanno perdonando alcun passo falso del tecnico e della squadra. Una difficoltà, per quanto mi riguarda, imputabile principalmente alla difficoltà di alcuni interpreti chiave, come Gonzalo, Borja, Badelj e soprattutto Kalinic e Ilicic, visto che i gol sono il problema principale (ma non il solo) della Fiorentina. E tutti allora a trovare nelle due punte e soprattutto nell’uso di Babacar una soluzione scontata che solo Paulo Sousa non riesce a vedere e a capire. Probabilmente può essere una soluzione, ma non la panacea… partendo intanto dalla considerazione che contro il Paok (e non contro il Barcellona) i due insieme non hanno segnato a raffica; lo hanno fatto contro il Qarabag, quando però eravamo in superiorità. Fatte queste precisazioni, non voglio qui mettermi a discutere delle varie ipotesi tattiche che Sousa potrebbe mettere in piedi se solo fosse meno ottuso, anche perché si sentono già tante ipotesi, ognuna diversa dall’altra e tutte incredibilmente risolutive. Voglio invece parlare un po’ della piramide delle responsabilità. Come detto, secondo me c’è prima di tutto una responsabilità di forma/convinzione/impegno non idonei di certi giocatore chiave, a cui magari si affianca una responsabilità del tecnico nel non trovare alternative tecnico/tattiche, quanto meno per mitigare il problema. Si tratterebbe in questo caso di responsabilità contingente del tecnico, che potrebbe risolvere anche in tempi brevi. Molti, sospettosamente troppi, rintengono però il problema Sousa strutturale, ovvero che fonda le sue radici già nella stagione precendente, che potrebbe essere la conseguenza di una voglia di andare altrove o magari di una qualità di allenatore oggettivamente scarsa. E a questo proposito mi ha fatto riflettere il commento di Trevisani di Sky (che ritengo un commentare a volte un po’ colorito, ma sempre attento e preparato), che dice “O la Fiorentina aspetta che Sousa se ne vada oppure è l’allenatore che aspetta che lo mandino via“. Un’affermazione forte, che però richiama un livello diverso di responsabilità: se fosse vero che il problema di Sousa è strutturale e non contingente, allora la responsabilità sale sulla Direzione tecnica ed in particolare sul nuovo direttore tecnico Corvino, che aveva il diritto/dovere di cambiare la guida tecnica, se pensava ci fosse un problema di questo tipo. Ma soprattutto è responsabilità di Corvino valutare subito e magari approfittare proprio di questa pausa del campionato per cambiare, se ritiene il problema è strutturale… sarebbe soprattuto bene farlo prima di avere delle contro-prove con quello che dovrebbe essere un ciclo di partite abbordabili dopo la sosta. Ovvero è resposabilità di Corvino oggi valutare e semmai prevenire, prima di curare, perché nella logica di un campionato, perdere con la Juve e con il Torino (se visto insieme ai pareggi con Milan e Udinese e la vittoria con Chievo e Roma) ci può stare… perdere invece punti importanti con Atalanta, Cagliari, Crotone e Bologna potrebbe essere veramente dannoso per riuscire a dare una impronta positiva al nostro campionato.
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