La corsetta all’Europa si chiude per la Fiorentina nel peggiore nei modi, ovvero con una deblacle al San Paolo: dopo cinque anni in cui queste squadre hanno dato vita sempre a sfide combattute, fatte di gran calcio, di gran colpi, la sonora sconfitta di sabato sera è proprio il segnale della resa, dello sciogliete le righe, del “non ne possiamo più”. Non ho visto la partita anche se questa volta avrei voluto farlo, perché speravo nell’ennesima prova di orgoglio. Sicuramente ci sarebbe da discutere anche questa volta della formazione e dell’assetto tattico, ma mancavano due anime di questa squadra (Astori e Borja) e probabilmente mancavano tanti dei giocatori, in campo con le gambe ma non con la testa. Che ci credessimo o meno, con la vittoria del Milan finalmente la messa è finita… ed il pensiero va davvero al film di Moretti, al caos che ritrova al suo paese, in casa propria. Ci dovremo sorbire le parole di “saluto”, probabilmente al veleno, di Paulo Sousa, magari ancora un po’ di tira e molla per il nuovo allenatore, la vicenda contratto Bernardeschi, poi Kalinic, poi Della Valle si, Della Valle no. Alla seconda partita di Montella in campionato, nel 2012, trovammo il Napoli con il timore di essere asfaltati… e da li invece nacque la consapevolezza di essere una buona squadra. A distanza di 5 anni, a due partite dalla fine, avevamo di nuovo paura di essere asfaltati a Napoli e lo siamo stati per davvero, perché probabilmente questa squadra è stata unita anche troppo per la situazione in cui si trova. E domenica prossima quindi in Fiorentina Pescara rivivremo il Fiorentina Cagliari di 5 anni fa, da dove partì anche la nostra idea di fare questo blog per riprenderci la Fiorentina. La messa è finita… sicuramente per alcune settimane non avremo pace, ma la Fiorentina è la Fiorentina.
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