Scrivo questo post molto a freddo e con poco di originale da dire. Lo si capisce fin dal titolo. Il tema delle punte è stato al centro del dibattito e degli articoli di questi due giorni. La partita di Milano ha definitivamente messo in risalto questo problema. Lo ha messo in forma doppia, anzi direi tripla. Prima di tutto ci ha ricordato che il problema parte dallo scorso anno. Jovic ha fatto un bell’assist a Theo, che fra l’altro ha messo di nuovo in evidenza le difficoltà di Parisi a stare dentro la partita per 90 minuti da quella parte. Però il gol che ha sbagliato è stato, se possibile, più eclatante di quello di Beltran. E continua così il digiuno di entrambi. Ed eccoci a Beltran e Nzola, due punte che stanno diventando piccole piccole, perse nelle loro paure, forse nei loro limiti. Anche Nzola ha avuto 2/3 occasioni in cui, non dico di segnare, ma almeno provare a calciare o colpire di testa. Il problema è aggravato dal fatto che anche gli esterni, a parte Nico, sono davvero insufficienti. Inguardabile Sottil, sparito dai radar Brekalo, poco efficace anche Ikoné, pur entrato in una gara ormai caotica. E purtroppo anche Nico sabato non è riuscito a trovare la porta, quando in 2/3 occasioni aveva tutta la possibilità di farlo in modo pericoloso.
La Fiorentina non ha brillato sabato sera, in generale non sta brillando in questa parte di stagione, ma nonostante tutto ha dimostrato ancora una volta di non essere palesemente inferiore a squadre più ambiziose come Milan, Napoli, Roma e la stessa Lazio. Per questo motivo la sconfitta di sabato è davvero un peccato. Perché in questo campionato mediocre, la Fiorentina ha l’obbligo di avere qualche ambizione in più. Il problema è che al momento sono ambizioni spuntate. Certo, a Milano abbiamo giocato anche con mezza difesa al contrario, come piace dire a Simone e in questo caso è vero. Infatti Parisi è costretto ancora a giocare a destra, quando dimostra di essere fra i più in forma e nelle condizioni di far riposare un Biraghi un po’ sottotono. Ci manca invece il centrale sinistro, con Mina ancora oggetto misterioso e Ranieri fuori per squalifica. Rimango però dell’idea che le ambizioni della Fiorentina sono al momento soprattutto tarpate dalla bassa qualità in avanti. La Roma, che ha un punto più di noi, ha conquistato una valanga di punti con le giocate di Dybala e Lukaku. Il Napoli senza Oshimen è diventato molto normale e abbiamo visto il Milan senza Leao e Giraud. Unica nota positiva della giornata forse i segnali che arrivano da Maxime Lopez, che sta entrando nei meccanismi di Italiano, oltre il fatto che Terracciano si è ripreso saldamente il suo posto da titolare.
Dopo questo novembre di vacche magre per il campionato viola, anche l’allenatore deve ovviamente porsi delle domande, ma soprattuto c’è il bisogno primario che questi ragazzi si sblocchino. Si potrebbe provare a giocare anche con le due punte, ma se in campo Beltran e Nzola continuano a essere quello che abbiamo visto fino a ora, rischiamo di giocare in 9. Io penso che nel gioco di Italiano, il buono e cattivo tempo è fatto prima di tutto dagli esterni (alti e bassi) e ovviamente dal tre-quartista. Per questo è importante ritrovare Kayode e mettere Parisi a sinistra. Davanti, non so come sta Ikoné fisicamente, ma penso che Italiano dovrebbe puntare su lui e Nico e usare Kouamé quando c’è da creare caos in mezzo all’area di rigore. Intanto c’è subito una partita fondamentale da vincere in coppa, per archiviare almeno questo problema e vedere di riprendere il cammino interrotto qualche settimana fa. Vediamo se almeno dall’Europa arriva qualche iniezione di fiducia nei nostri bomber.
Io sabato ho interrotto la visione alla fine del primo tempo, tanto era palese la nostra inferiorità. Ad oggi non ne posso più del Guardiola che siede sulla nostra panchina, non ne posso più di vedere il nostro centravanti, sia chi sia, che scatta solo per andare a fare pressing, non scatta mai per proporsi in un’azione in verticale o in un contropiede.
Io invece farei altre riflessioni. La Fiorentina negli ultimi due anni è stata ed è dove le compete, forse qualcosina anche sopra. Quantomeno non sono stati fatti danni che negli anni prima hanno fatto Montella, Iachini, Prandelli, Iachini.
Inizierei invece a interrogarmi su tutta una serie di acquisti, abbastanza buoni sulla carta, ma anche con un certo costo (in parte ci avevano convinti anche noi) ma rilevatosi inadeguati per fare il famoso salto di qualità, ovvero buoni per lottare il settimo posto.
Quindi la domanda vera è: se abbiamo monte ingaggi da 7/8 posto, compriamo giocatori da 7/8 posto, abbiamo un allenatore che ci fa arrivare al settimo posto e ci porta un po’ avanti nelle coppe, dove sta il problema?
Un paio di considerazioni, la prima riguarda il direttore sportivo, che per me è un bollito. Sono tre anni che compra a tanto giocatori da poco oppure mezze pippe che non servono a niente. Ha un allenatore che ha bisogno di esterni forti e lui chi gli da? Sottil, Ikone e Brekalo! Inesistenti in fase difensiva evanescenti ed inconcludenti in fase offensiva.
La seconda scaturisce dalle prima, visto che non hai esterni accettabili e le due punte non segnano mai un allenatore intelligente deve capire che non si può co tinuare così è accanimento terapeutico. Se gli ingredienti principali della torta chec ai fare meglio sono scaduti o non li hai e la torta ti viene male o buona a metà… cambia ricetta e fanne un’altra! Valorizza gli ingredienti che hai. Fuori da metafora, metti le due punte in campo (tanto uno è una secoda punta) e vedi se segnano. A giugno prima di tutto va preso un direttore sportivo bravo e con delle idee, altrimenti in panchina ci puoi mettere pure mandrake.