Nonostante la bella giornata di sole e nonostante la presenza di Mati Finta Fernandez in campo dall’inizio ho scelto di seguire Fiorentina – Verona e non mi posso esimere dallo scrivere il medagliere.
Purtoppo, e per l’ennesima volta, abbiamo avuto la conferma che a calcio non si vince solo con la tecnica ma si vince sopratutto con le pedate date sia al pallone, sia alle gambe degli avversari. Però, duri come le pietre e incapaci di accettare l’evidenza, i tifosi fiorentini, nel loro mondo fantastico ed utopico, credono che il bicchiere sia già pieno quando mancano ancora 10 partite alla fine e si ricorderanno di questa stagione per il bel gioco espresso e perché a Dicembre eravamo davanti alla Juventus e sognavamo lo scudetto. Beati loro!
Venendo alla partita, la Fiorentina ha pareggiato con l’ultima in classifica, mettendo in mostra tutto il peggio del repertorio che pensavo fosse ormai relegato al passato dell’era Montelliana. Sousa ha aggiornato la lista delle partite sbagliate dimostrandosi incapace di pensare oltre al suo schema, andando avanti in modo ottuso e presuntuoso con il suo credo “vincere con il bel gioco”. Credo moderno e ruffiano che accontenta la maggioranza dei tifosi viola che amano questi tipi di allenatori insieme a tutti i giocatori senza personalità che fanno le finte a centrocampo, fanno gridare “ooh…” dagli spalti, ma le partite non le vincono mai. Beati loro!
Ammetto di aver visto la partita a sprazzi e negli sprazzi che ho visto io non mi è parso che Tino Costa abbia giocato così male, anzi ho visto il passaggio di prima (di prima!) che ha dato il via all’azione del primo gol. Vero che l’ho visto correre poco ma non ha mai tirato indietro la gamba. Forse l’unico da centrocampo in su che non tirava indietro la gamba.
Nel primo tempo la Fiorentina ha fatto la partita che doveva fare, quella della squadra più forte che sa che prima o poi il gol arriverà e che non deve fare l’errore di giocare con l’ansia, infatti il gol è arrivato, senza troppo soffrire.
Quando ho riacceso il computer nel secondo tempo ho notato che la coppia di pivot era composta da Mati Finta Fernandez e da Balla Valero. Non ho potuto fare a meno di esclamare “ventre molle!”. Poi ho visto l’assoluta sufficienza con cui sono stati portati avanti numerosi e inconcludenti contropiedi e non ho visto nessuno in campo incazzarsi per la superficialità in cui, piano, piano, tutti i giocatori stavano scivolando. Ma il capitano era Balla Valero ed è chiaro che chi non ha personalità per sé non possa infonderla agli altri.
A quel punto il Verona, rimasta aggrappata alla partita con i denti, la furbizia e le pedata, si è giocata le sue carte e grazie a una frittatina del tenero Pasqual ha portato a casa meritatamente metà della posta.
Oro: Tello
Sicuramente il migliore della Fiorentina fino a 3/4 di partita. Le azioni pericolose sono arrivate quasi tutte dalla sua parte perché è riuscito spesso a saltare l’uomo dimostrando ancora una volta di più di essere bravo ad attaccare ma non a difendere. A Firenze l’anno capito tutti ma non Sousa.
Argento: Zarate
Autore del gol e di una prestazione tutto sommato positiva. Gioca e lotta a modo suo.
Bronzo: Tatarusanu
Senza di lui in porta avremmo probabilmente perso.
Babacar
Uno dei motivi per i quali ho accettato di guardare la partita nonostante la presenza di Mati Finta Fernandez in campo è stato proprio perché c’era Babacar. Non è Kalinic e non può fare il gioco di Kalinic. Ha giocato male e ha dimostrato di non essere sereno mentalmente quando ha provato a concludere un contropiede con un pallonetto impossibile, però era probabilmente l’unica occasione capitata durante la partita. E’ stato fischiato ingenerosamente dal pubblico come in altri casi è stato fischiato Cuadrado. Mati Finta Fernandez non è stato fischiato mai, anzi, è l’unico che può uscire a testa alta dopo il pareggio con il Verona. 🙁
Ho poche speranze per le partite che rimangono da qui alla fine del campionato, la squadra mi sembra fisicamente arrivata e l’allenatore leggeremente in confusione. Sarà più facile scegliere di fare altro la domenica. Per il prossimo allenatore lo vorrei Italiano, umile, esperto, in grado di valorizzare i giocatori che ha disposizione invece che obbligarli a giocare sacrificati nell’unico schema che conosce. Ma sono sicuro di essere uno dei pochi a pensarla così, io voglio vincere, il resto dei tifosi si accontenta di fare “ooh…”.
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