Domenica ci attende una trasferta impegnativa contro una delle squadre rivelazioni del campionato e soprattutto contro una delle belle sorprese della stagione, nonché ex illustre. Luca Toni. E’ inutile negare che vedere Luca arrivare a segnare con una certa disinvoltura, quando mancano ancora 6 giornate, ben 16 reti (le stesse che fece il secondo anno a Firenze) ci fa pensare che in quest’anno disgraziato ci avrebbe fatto un gran comodo. Da qui a puntare il dito contro la società ovviamente ce ne passa, visto che ha portato a Firenze due punte di primissimo livello come Rossi e Gomez. L’unico dubbio rimane sull’affare Rebic. Forse anche in questo caso è stata solo sfortuna, visto che anche il ragazzo ha avuto diversi infortuni. Però mi piacerebbe fare una domanda ai diretti interessati: era Luca che non voleva in alcun modo fare la riserva ai due big o l’idea di giocarsi con Matos tutta una serie di partite (penso al girone Uefa, penso ai primi turni di Coppa Italia) poteva essere per lui soddisfacente ma la società ha preferito fare diversamente? Nel primo caso ci sarebbe stato poco da fare. Nel secondo, invece, la scelta di stravolgere anche nelle seconde linee l’attacco viola, fra l’altro con una scommessa su un giovanissimo come Rebic si è dimostrata azzardata; avere Luca (fra l’altro partner giusto anche per Matos) per tutte le partite in cui non sono stati disponibili Rossi e Gomez, sarebbe stato probabilmente molto più redditizio per la Fiorentina. Ma come sempre è molto facile parlare con il senno di poi… anzi in questo caso possiamo dire con il segno di poi.
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Non scrivo articoli, ma commento e provo a rispondere alla domanda di Davide perché anche a me, col senno di poi, è venuto in mente che Toni avrebbe potuto fare comodo.
Per me la scelta è stata consensuale per fare il bene sia di Toni che della Fiorentina ed è stata presa in modo trasparente, ragionato ed onesto da entrambe le parti.
A supporto di questa mia affermazione porto le seguenti considerazioni:
1. Montella ha dimostrato che quando crede su un giocatore quel giocatore gioca e continua a giocare anche se gioca male, esempio Mati, esempio Ilicic, esempio Neto; è facile arrivare alla conclusione che Gomez avrebbe avuto una precedenza schiacciante nei confronti di Toni.
2. Gomez avrebbe giocato all’inizio per trovare la condizione, rigiocato dopo nel caso che la condizione non fosse arrivata oppure che fosse in forma e sfornasse valange di gol.
3. L’unica occasione che Toni avrebbe avuto per giocare era sperare in un infortunio di Gomez e solo di Gomez, perché un infortunio di Pepito, o di un altro attaccante non avrebbe liberato il posto a Toni.
4. Toni voleva partire almeno alla pari, voleva avere le stesse chances di Gomez, voleva avere le sue partite per entrare in forma, voleva avere l’assicurazione che facendo bene sarebbe stato lui ad essere riproposto. Pensiamo a Matos, più o meno quando ha giocato a fatto sempre bene, ma poi ha dovuto rimettersi a sedere in panchina per fare posto a Ilicic, a Joaquin, ecc. ecc.
5. Toni, a 36 anni nell’anno del mondiale, avrebbe potuto accettare di essere la seconda scelta dietro un calciatore affermato, affamento (almeno sulla carta), strapagato e più giovane di lui? Avrebbe accettato di tornare a sedersi in panchina senza fare polemiche dopo un gol decisivo senza trasmettere scontento nello spogliatoio? Sicuramente no.