Ieri sera ho visto Fiorentina-Inter in televisione durante la cena, cosa che mi accade molto raramente. La cena era di rappresentanza, in famiglia ma di rappresentanza, per di più a casa di juventini. Nonostante questo, al momento in cui si è insaccato il gol del Baba non ho potuto trattenere un sobbalzo sulla sedia. Troppo bello, troppo nuovo, troppo importante quel gol. Immediatamente il pensiero è andato ad un altro centravanti che aveva il tiro potente e che di gol da fuori area a Firenze ne ha fatti tantissimi. Per non montarmi la testa, nella speranza che nemmeno Baba se la monti, preferisco non fare il nome di quel centravanti.
Altri dieci minuti ed ecco un altro sobbalzo sulla sedia, perché un altro gol, altrettanto bello e altrettanto importante l’aveva segnato Cuadrado. Sul 2-0, con l’Inter che non faceva troppa paura, il mio pensiero è andato a Montella e alla sua scelta di tenere fuori Borja Valero. La sorpresa, il giocatore simbolo indiscusso della Fiorentina di questi due anni in panchina, un azzardo ripagato dalla squadra, forse anche dalla fortuna. Certamente un segnale a tutti che insieme ai pantaloncini neri è arrivata la fase due: siamo una squadra con una rosa di alto livello che può puntare ad un campionato di vertice in Italia ed in Europa.
Il terzo sobbalzo, un sobbalzo più nell’anima che sulla sedia, è arrivato dopo il gol di Tomovic, non tanto per il gol, seppur bello, quanto per averlo visto festeggiare tra i tifosi. Lo stadio senza barriere, la civiltà del pubblico di Firenze, la passione di noi tifosi condivisa con un abbraccio. Non ero lì, ma immaginare che potevo esserci, che qualcuno come me ha abbracciato Tomovic sudato ed ha potuto gridare insieme a lui… non ha prezzo.
Ora non rimane che stare calmi, lasciarli lavorare in pace, non dare credito ai giornalisti/giornalai/doppiogiochisti e mantenere l’umiltà e la temperanza che ha Babacar dopo che segna un gol. Degli aspetti tecnici della partita parleremo poi.
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