La mia piccola porzione di occhio aperto sulla Fiorentina mi ha fatto vedere la notizia del definitivo addio di Daniele Pradé dalla Fiorentina.
Sicuramente più luci che ombre le sue a Firenze, buona la scelta del primo allenatore, speciale la scelta del primo giocatore, quel Cuadrado che può dirsi il suo acquisto più azzeccato.
Seppe rifondare la Fiorentina dopo lo schiaffo di Rossi e possiamo serenamente affermare che qualche sogno importante ce lo ha fatto fare in questi quattro anni. Purtoppo però a lui dobbiamo l’idea dello sfortunatissimo Pepito Rossi e sopratutto del bidonissimo Mario Gomez. Perché se l’errore su Pepito fu un errore romantico, scommettere su un ragazzo sfortunato, quello sul panzer tedesco fu gravissimo. Mario Gomez ha pesato come un un panzer si, ma legato al piede della Fiorentina, ed ha segnato solo negativamente gli anni che dovevano essere decisivi.
Il parco giocatori che ci lascia in eredità Daniele Pradé è probabilmente migliore di quello che ha trovato, c’è in più una bella scoperta come Marcos Alonso, ed è stato bravo a far maturare i giovani che ha trovato all’arrivo.
Non so quanto sia stato bravo economicamente, gli affari più grossi in uscita li ha fatti vendendo calciatori scoperti da altri, l’unico che ha portato un’alta plusvalenza è stato Jojo, gli altri tutta roba normale. Certo è che non ha saputo reinvestire. Insomma, un discreto gestore tecnico, un bravo comunicatore, un direttore sportivo che ci lascia soddisfatti ma con la bacheca vuota e le casse probabilmente più leggere di quando è arrivato.
Lo congediamo con affetto e riconoscenza, senza infamia e con buona lode, certamente con un grande grazie.
E guardiamo al futuro indecisi, trepidanti, incerti, in attesa del nuovo DS.
Mi unisco al saluto di Daniele Pradé, che devo dire ho imparato ad apprezzare dal suo arrivo a Firenze, perché prima ero molto scettico. Purtroppo è difficile sapere, nel bene e nel male, quanto sia merito e quanto colpa sua delle buone e brutte cose accadute sul fronte mercato da 4 anni a questa parte e l’ipotesi (ormai quasi certa) dell’arrivo di Corvino sa molto di processo di semplificazione nel management viola… almeno in quello tecnico. Ovviamente dell’era Pradé non possiamo dimenticare il poker fatto da Gonzalo, Borja, Pizarro, Aquilani poi rinnovato con Badely e Vecino: capisco che qualcuno ne possa essere adesso nauseato, ma hanno rappresentato un marchio importante per la Fiorentina e direi per il calcio italiano di questi ultimi anni. Riguardo a Rossi e a Gomez, del primo mi verrebbe da dire che i 16 gol in mezza stagione e la tripletta alla Juve potrebbero valere il prezzo dell’investimento, del secondo che il fallimento è stato per ora tecnico per la Fiorentina… ma non è detta l’ultima parola sulla parte finanziaria. C’è poi l’affare Savic in ingresso (con la vendita di Nastasic) ed in uscita, con plusvalenza sua prima e di Suarez dopo. Può essere un buon investimento Astori, come lo è Alonso e Kalinic… in compenso anche molte ombre, con però un netto segno + sul bilancio complessivo. Ed ora Cor-vino…