A termine di una settimana che ha stravolto programmi, pensieri e luoghi comuni del calcio, che ha profondamente commosso l’intera comunità sportiva, che ha straziato le persone più vicine al nostro capitano, la Fiorentina è ripartita in un clima denso di Davide Astori: era nei cori, negli striscioni, nelle maglie, nella testa, nei cuori di tutti. Davide Astori era soprattutto nella rabbia repressa dei giocatori viola, di Saponara schierato a sorpresa da Pioli, nelle giocate da grande attaccante di Simeone, sprecate da punta ancora poco cinica (ma se Firenze avrà pazienza, ha il centravanti per i prossimi anni). Con l’apprezzabile benestare degli arbitri e della lega, le squadre su richiesta dei tifosi dedicano addirittura il tredicesimo minuto al capitano, dopo di che è il destino a mettere la sua firma, a rendere ancora Astori protagonista: su calcio d’angolo segna infatti di testa Vitor Hugo, ovvero il suo sostituto naturale. E lo stesso Hugo sarà uno fra i migliori in campo. Per il resto, la Fiorentina nel primo tempo mette in campo tutta l’adrenalina che aveva dentro, sfiora il raddoppio, per poi sgonfiarsi piano piano, perché calata un po’ la tensione, si sono evidentemente fatti sentire i postumi di questa settimana. Il destino ha voluto che si ripartisse dal Benevento, sicuramente in forma, ma non a caso l’ultima in classifica, che non ha saputo quindi approfittare di una Fiorentina sulle gambe. Sembrava che il destino regalasse poi l’ultimo segnale nel nome di Astori, con un gran tiro del nuovo capitano Badelj, indirizzato al sette, ma stampatosi sul palo… probabilmente è stato lo stesso Astori a togliere questa gioia a partita ormai chiusa, perché un vero capitano sa che quel gol potrà servire in altre occasioni.
Domenica scorsa, quando ho scritto il PostGara dedicato al capitano, avevo qualche dubbio sull’opportunità di pubblicarlo, anche se ovviamente era quello che provavo. Poi per fortuna gli eventi hanno confortato quelle poche righe, è successo in pochi giorni quello che non era inimmaginabile accadesse in anni… e allora nel nome di Astori, è stato oggi il tempo zero di quello che può e deve essere una nuova stagione della Fiorentina, non tanto finalizzata a questo campionato, ma ad un nuovo modo di gestire, di vivere, di tifare i colori viola.
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