Il girone di andata si conclude nel peggiore dei modi, con la sconfitta, con i fischi e con una classifica da mediocri. Nei giorni scorsi avevamo provato con Simone a esorcizzare un po’ questa gara. Già, perché sentivamo di dover vivere una partita già scritta e speravamo in qualche mossa preventiva. Giocare oggi contro il Torino di Juric con questo Saponara e questo Ikoné (ammesso che ce ne sia un altro) è un suicidio annunciato. Per entrambi il concetto di duello rimane qualcosa da giornalino Tex. Un metro, due, palla persa sistematica e ripartenza. Ikoné poi non ha azzeccato un passaggio in avanti. Bonaventura c’ha messo almeno un po’ di buona volontà, si portava a spasso 2,3, 4 giocatori, ma intorno poi il niente. Anche Duncan alla fine è un mezzo giocatore regalato al centrocampo avversario. E allora ecco Amrabat che vuole strafare e che poi regala la ripartenza d’oro per il gol granata. E, nonostante la simpatia di Simone, anche Kouamé non è giocatore da queste gare. Nella migliore delle ipotesi dovevamo sperare che l’arbitro fischiasse fallo, altrimenti palla persa fissa. Insomma, fondamentalmente una squadra di giocatori mediocri ed era impensabile avere una prestazione migliore.
La prima riflessione deve essere sulla società, perché è giusto partire dalla testa del pesce che inizia a puzzare di stagione a rischio. Zero acquisti azzeccati e soprattutto la consapevolezza di essere riusciti lo scorso anno a coprire tre ruoli annosamente scoperti (terzino destro, mediano-regista, centrovanti) e aver avuto la presunzione di perderli senza impatto sulla squadra. Con poche idee, con la volontà/necessità di spendere poco e con la presunzione, non si può che correre il rischio di fare stagioni mediocri.
La seconda riflessione è sull’allenatore. Leggevo stamattina il paragone di Benedetto Ferrara al Sousa del secondo anno. Mi sono venuti i brividi. Però una cosa è vera. Quest’anno già la Fiorentina faceva fatica a ripetere i concetti e i moduli di gioco dello scorso anno, per le partenze sottolineate sopra. Come è possibile allora insistere se hai fuori Gonzalez, Sottil, Castrovilli, Quarta, Mandragora a mezzo servizio, hai un centravanti che non ingrana, Ikoné inguardabile, Dodo autoeliminato, Bonaventura con un anno in più. Cosa può restare dell’idea di calcio su cui si ostina Italiano, e soprattutto come è possibile che al 95° con 5 sostituzioni trovi in campo sempre Ikoné? Perché Juric fa giocare una partita da titolare a Adopo e noi mettiamo Bianco gli ultimi 5 minuti? Tutti sanno che Juric gioca in pratica con 6 centrocampisti, perché noi con 2 più Bonaventura se poi davanti non reggiamo una palla neppure a pregare? E nell’anno in cui la Juve è stata di nuovo penalizzata e in cui forse qualcun altro si potrebbe accodare, competere per le prime posizioni del lato destro della classifica ci fa sentire ancora più mediocri.
E’ vero, ci sono le coppe, ci potrebbero essere opportunità. Ma società e allenatore devono fare un profondo esame di coscienza e soprattutto lasciar perdere la presunzione e trovare quanto prima dei rimedi.
Eh… io l’avevo anticipato, ormai Italiano lo conoscono bene tutti, non solo gli allenatori, non solo i tifosi, ma anche qualche giornalaio. E, se anche all’interno della categoria dei giornalai qualcuno è riuscito a “capire” e a “scrivere” cose sensate, significa che la Fiorentina (squadra e società) e Italiano, hanno proprio toccato il fondo. Poi ci si è messa anche la congiuntura sfavorevole sugli infortuni, la panchina di sabato era piena di giovani, qualcuno a me completamente sconosciuto.
Sulla partita quello che ha scritto Davide è quasi tutto perfetto, Kouamé non è un fenomeno ma ha sangue nelle vene e onora la maglia che indossa. Lui, Bonaventura, la difesa, anche Saponara nel suo piccolo, con le sue limitatissime risorse fisiche si è impegnato. Anche Amrabat nonostante una serata storta.
Ikoné, Duncan, Jovic sono da sempre calciatori piatti, algidi, menefreghisti.
Ora mi parte una call, magari dopo scrivo qualcos’altro.
Mi sono accorto che a volte sono un po’ duro con Saponara. Ha ragione Simone a dire che spesso prova a metterci anche grinta e determinazione. E ho sempre detto che come intelligenza calcistica e tecnica è nel podio di questa Fiorentina. Però in queste partite tende sempre a subire molto l’aggressività, sempre al limite del fallo, i raddoppi continui, la forza nei duelli. Purtroppo non è il solo.