Non ricordo di essermi mai addormentato di fronte ad una partita della Fiorentina, contro il Poznam è successo dopo il terzo gol di Bonaventura, infatti quello di Ikoné l’ho rivisto solo alla fine della partita. Che dire…
Siamo in un momento in cui se una squadra abbastanza peggiore prova a giocarsela rischia le figuracce. Infatti è successo quello che non è successo contro lo Spezia. Abbiamo trovato una squadretta, priva del giocatore più rappresentativo, che ha voluto giocarla a viso aperto e quindi abbiamo nettamente vinto. Il loro allenatore doveva guardare come aveva giocato lo Spezia: difesa ferrea, pedate a tutti e contropiede.
Salvo clamorosi risvolti, che nel calcio e nella vita, possono sempre accadere dovremmo essere in semifinale di Conference. E aggiungerei pure che dovremmo essere anche in finale di Coppa Italia. Però arrivare in finale non vuol dire niente e l’avversaria in finale sarà sicuramente più forte di noi.
In campionato continuiamo a rimanere indietro, in quella zona mezza e mezza di chi non deve guardarsi alle spalle, ma è inutile che guardi avanti tanto ha sempre quei difetti congeniti che gli impediranno di ambire a traguardi più ambiziosi.
Il nostro difetto congenito è tutto nella imperturbabile costanza con cui il nostro allenatore, che per carità è un buon allenatore, continua a rischiare oltre il dovuto quando siamo in vantaggio. Anche ieri stessa storia.
Tornando alla partita vorrei nominare solo Brekalo, che è arrivato in sordina, è stato tenuto in quarantena, ha già preso due pali ed è sicuramente delicato. Però ha idee calcistiche interessanti, certamente migliori di Ikoné.
Al titolo ho aggiunto dolci sogni perché qualche sogno nel cassetto ce l’ho e continuo ad inseguirlo.
Che il Lech Poznan sia più debole di noi siamo tutti d’accordo. Che abbia giocato a viso aperto molto meno, visto che non hanno praticamente mai superato la nostra 3/4. Sono rimasti chiusi dietro fino al gol di Bonaventura. La Fiorentina ha dominato come lo ha fatto con lo Spezia. Unica legge incontrovertibile del calcio è che la palla è rotonda. Con lo Spezia due pali, un rimpallo e fuori. Con il Lech al primo rimpallo, il portiere di è perso e Cabral l’ha messa dentro. Non gira sempre uguale, ma quando sei te che calcia sempre 15 volte verso la porta, dove magari a volte non arriva la bravura delle punte arriva la legge dei grandi numeri.
Italiano sta andando sotto la luce dei riflettori europei. Spero che continui ad avere voglia fi imparare e crescere. Quello che non hanno saputo fare allenatori bravi come Montella, Di Francesco e molti altri.