Partenza faticosa

L’esordio della Fiorentina nel girone di Conference League è stata una partita davvero complicata. E penso che Italiano si aspettasse questo tipo di gara, accettando di giocare per gran parte del tempo una partita sporca, giocata sulla ricerca delle seconde palle, sulla conquista del campo spesso tramite rimesse laterali e sfruttando palle inattive. In tutto questo dobbiamo considerare che il Genk è una squadra che corre il doppio della Fiorentina e che tutto sommato, con un gioco anche spavaldo, riesce ad avere una discreta qualità tecnica. E nonostante la Fiorentina per due volte sia andata in vantaggio addirittura con doppietta di Ranieri, non si è riusciti a portare a casa i tre punti. A metà della ripresa abbiamo avuto 2/3 occasioni anche clamorose di chiudere la gara. Purtroppo una ottima palla è finita nei piedi di Milenkovic, troppo difensore dentro per essere preciso e cinico. La seconda pochi cm sopra la capacità di Nzola di inzaccare a porta vuota. E raggiunti ancora su corner a 5 minuti dalla fine, alla fine abbiamo rischiato seriamente di perderla. E’ stata davvero una partita faticosa per la Fiorentina, che ha ricordato le gare giocate con squadre tipo Atalanta, Torino, Verona, quando queste riescono a esporre densità, corsa, aggressività nettamente superiore all’avversario. Peccato che non siamo riusciti a capire e capitalizzare il fatto che a metà del secondo tempo il Genk era un po’ alle corde e la qualità tecnica e tattica della Fiorentina aveva preso il sopravvento. Sappiamo bene che specialmente in Europa queste cose si pagano, perché comunque tutte le squadre lottano fino all’ultimo minuto. Con un po’ di amaro in bocca, dobbiamo prendere atto di questa partenza faticosa e prenderci questo punto.

Venendo alla formazione e ai singoli, dobbiamo considerare anche che giocavamo senza Bonaventura. Inoltre Nico Gonzalez è stato in campo metà tempo, in cui forse ha pagato stanchezza più ancora che con l’Atalanta. Non è stato un caso, invece, secondo me, che Italiano abbia di nuovo buttato Kayodé nella mischia. Forse uno dei più lucidi per tutti i 90 minuti, ha arginato almeno da quella parte l’esuberanza e l’aggressività del Genk. Penso che il Dodo visto in questo primo mese avrebbe fatto molta fatica. Da dire che Gonzalez prima e Kouamé dopo hanno aiutato molto anche in fase difensiva. Ci ha provato anche Sottil dall’altra parte, anche se è ovviamente meno portato a questa fase. Beltran ha lottato davvero molto, ma è stato quasi sempre abbandonato dal nostro centrocampo e dai nostri esterni. Anche perché a centrocampo il Genk ha avuto spesso la meglio. Per Mandragora e Duncan non è stata una bella serata. Arthur ha cercato di dare ordine al nostro gioco e fastidio a quello del Genk, con alterne fortune. Ranieri e Milenkovic hanno fatto una buona prova, i gol sono venuti quasi sempre da situazioni fortuite. Solo alla fine hanno perso un po’ di lucidità. Rimangono invece molti dubbi sul portiere, che rischia, questo si, di diventare un tormentone.

Certo questo pareggio è diverso da quello gratuito con il Riga all’esordio dello scorso anno. In una partita comunque complicata e giocata fuori casa, il pareggio è comunque un punto da mettere in cascina e soprattutto un modo per non farne mettere 3 a chi potrebbe essere il nostro avversario diretto per il passaggio del turno.