Non avevo buone sensazioni per la terza gara del girone di Conference. Un po’ perché a Firenze siamo così, siamo passati nel giro di qualche settimana dal pessimismo cosmico a pensare di poterci permettere qualunque cosa. Anche continuare a giocare in una competizione europea con la squadra B e, per di più, fancendo anche esperimenti. Un po’ perché gestione del turnover era evidentemente molto azzardata. Ci era andata bene già troppe volte. Nelle due partite del preliminare, dove però avevamo l’attenuante che la squadra A ancora non c’era. Per fortuna c’era però già De Gea. Nelle prime due gare, con squadre di bassissimo livello, abbiamo iniziato a reagire dopo l’ora di gioco e con un po’ di sostituzioni. Nel primo caso eravamo sullo 0 a 0. Nel secondo caso prima sotto, poi ci siamo fatti rimontare, fino poi a vincere nel finale. Questa volta, lenti, impacciati, svogliati, siamo riusciti a prendere due gol e alla fine, tanto tuonò che piovve. Fra l’altro dobbiamo anche dire che l’Apoel ha meritato e anche dopo il nostro gol sono state più nitide le loro occasioni che le nostre.
L’analisi della partita deve essere fatta quindi sotto due punti di vista, quello metodologica/gestionale e poi quello tecnico/tattica. Per quanto riguarda la prima, prima di tutto il dato di fatto. Palladino vuole consolidare la squadra titolare per il campionato, facendo giocare tutte o quasi le seconde linee in Conference. E’ una scelta, che seppur con i rischi che dicevamo, fino a ora aveva funzionato. Non questa volta evidentemente. Anche perché frecce top come Kean, Gudmundsson non c’erano. Cataldi idem. Bove, Colpani hanno evidentemente bisogno di tirare il fiato. Quando quindi c’è stato il bisogno, come fra l’altro nelle due gare precedenti, di aumentare i giri del motore e soprattutto incisività, Palladino ha messo dentro solo Beltran in avanti. Diciamo che ha cercato di agire solo sui giri del motore, non riuscendoci. La gestione ovviamente va giudicata non gara per gara ma almeno nella durata del girone. Sappiamo bene che negli anni scorsi, si preferiva un turnover più equilibrato, ma fatto in campionato come in coppa. Più livellato era sicuramente il livello della rosa lo scorso anno. Da valutare anche se Palladino, magari d’accordo con la società, ha fatto una scelta di campo, ovvero interessa Campionato e immagino Coppa Italia. Lo aveva fatto la Lazio di Sarri, che comunque ebbe il coraggio di dirlo apertamente. Se non è così, dobbiamo vedere se Palladino cambierà un po’ la sua idea o se invece continuerà a prendersi i suoi rischi.
Entrando nel merito tattico e tecnico, la Fiorentina è stata insufficiente su tutti i fronti. Nel gioco, appunto lento, impacciato, svogliato, e nelle giocate, spesso imprecise, lente a loro volta, sempre in ritardo sulle seconde palle. Fallito miseramente anche il tentativo di passare con la difesa a 3, forse solo per avere Gosens più vicino alla porta, ma sistematicamente ignorato nelle giocate in profondità. Fallito in pieno il tentativo di Parisi alto a sinistra. Prima di tutto perché si è completamente otturata la corsia di sinistra. Premesso che Biraghi non è sembrato in grande serata, comunque con Parisi piantato li, non ha mai avuto spazio per sovrapposizioni. E andare al centro per un mancino, neppure troppo tecnico, è davvero problematico. Poco riuscito anche esperimento di Richardson accanto alla punta, anche se è uno dei pochi che comunque ha trovato la porta. Per il resto, molto pasticcioni Kayode e Quarta. Unico che si è salvato dietro secondo me è Moreno. Addormentato Adli. Innocuo Parisi. Ikoné Ikoné e Kouamé Kouamé. Alla fine nel bene e nel male sono quelli che hanno combinato unica cosa decente. Beltran si è dato un gran daffare, predicando però nel buio. Mandragora trasparente come al solito, ma Bove alla fine ha fatto peggio.
La sconfitta ovviamente non pregiudica il cammino in coppa, anche se dovrà far alzare attenzione nelle restanti gare, specialmente se vogliamo evitarci gli spareggi e poi beccare squadre più forti. Al tempo stesso speriamo che abbia consentito ai giocatori titolari di tirare il fiato, smaltire un po’ di tossine, perché domenica abbiamo una partita davvero importante per capire che Fiorentina è.
Più o meno abbiamo visto la stessa partita. Le seconde linee dovrebbero dimostrare di non essere seconde linee, almeno nella voglia. Ieri, in tante seconde linee, è mancata anche la voglia.