Domenica a Milano abbiamo assistito allo scontro tra la passata vecchia (quella di Montolivo) e la passata nuova (quella di Aquilani).
Un passato ben diverso il loro, Montolivo tra Bergamo e Firenze; Aquilani giovanili e esordio in serie A nella Roma, poi qualche anno a Liverpool, Torino e Milano. Il primo in città e società piccole, in ambienti raccolti, familiari, ovattati. Il secondo in città grandi, in società grandi, o per lo meno con grandi ambizioni.
Montolivo lo conosco bene, sette anni a Firenze non se li scorderà tanto facilmente e nemmeno io mi scorderò di lui. Sarà molto facile ricordare quelle otto partite in cui mi sono accorto che in campo c’era anche lui, il gesto del caffè che fece dopo un gol al Napoli, la magia contro l’Empoli alla prima di un campionato (finita 4-1?), qualche altro gol con qualche squadretta, la fascia di capitano prima indossata e poi rinnegata (non credo nel progetto).
Montolivo lo ricordo principalmente per il tocco di palla sopraffino, la buona visione di gioco, la facilità di calcio, ma soprattutto per quel modo di giocare e di correre sempre uguale. Montolivo sempre uguale, sempre il solito giocatore dall’inizio alla fine della partita, mai un sussulto. Che la Fiorentina vincesse o perdesse, che giocassimo contro il Novara (l’anno scorso anche un gol al Novara) o la Juventus, sempre il solito, inconcludente, atteggiamento in campo. Sempre tre tocchi di palla, sempre la giocata più semplice, sempre lui che tira dal limite con bello stile, e sempre che la palla non entra. Buona fortuna a lui e a quel suo numero 18, il minimo per passare l’esame.
Aquilani non lo conosco, troppe poche tre partite per dire di conoscere un giocatore, quel poco che conosco non mi piace: la passata, l’accento che ricorda troppo quello dell’Henry di Valmontone, il passato da romanista, juventino, milanista.
I fatti dicono che Aquilani nella Fiorentina ha giocato tre mezze partite in cui ha fatto due assist e alla prima partita da titolare contro il Milan a Milano (non il Novara) ha fatto gol. Non un gol in bello stile da fuori area, un gol con la semplicità di un piatto sinistro. Non ha esultato. Ma quello che mi è piaciuto di più della passata nuova di tutta la partita sono stati i due interventi “grintosi” su El Shaarawy e Constant. Sul primo entrata con i tacchetti sulla tibia e ferita sanguinolenta inquadrata dalle telecamere di Silvio, sul secondo pedatona al ginocchio. Quando giocavo a calcio il mio allenatore diceva: “sempre sul ginocchio perché fanno piùmale”. Io non ho fatto il calciatore, ma si vede che ho avuto il suo stesso allenatore. Aquilani ha preso l’ammonizione e i due milanisti non hanno visto più palla. Ha scelto il 10. Fosse la volta bona!
Rileggendo l’articolo mi sono ricordato di quella volta a Monaco quando Van Bommel fece un’entrataccia proprio su Montolivo. L’olandese ammonito, Montolivo sparito.
Caro Simone sei sempre il solito!!!!!
Spari a zero su Montolivo, ricordandolo solamente per 8 partite e qualche goals………sinceramente mi sembra un pò INGENEROSO………anche perchè negli ultimi anni non mi sembra di aver avuto a Firenze tanti centrocampisti migliori di lui!!!
Io credo che Montolivo era, sia e sarà sempre un ottimo giocatore, sicuramente non un campione cioè un giocatore in grado di risolvere da solo una partita (anche se ultimamente col Milan c’è andato vicino) ma sempre un ottimo giocatore………..e ricordiamoci che la Fiorentina non può permettersi di acquistare dei campioni.
Ciao Alessio. Con Simone c’ho discusso per sette anni! 🙂 Alla luce anche della partita di domenica, non so più se Montolivo è davvero sfigato (ovvero è di nuovo l’unico buon giocatore di una squadra mediocre) o se ha ragione Simone (le squadre con Montolivo si appiattiscono sul suo giocare sempre uguale).
Per ora rimango dell’idea che Montolivo è comunque un buon giocatore (con non molto di meglio a livello italiano), ma con qualche dubbio in più.
Vero è che con il centrocampo che ci ritroviamo, non è più un nostro problema.
Simone, concordo con te al 100%!!!
Ho sempre ritenuto Aquilani, infortuni a parte, un giocatore più completo di Montolivo, al quale a parer mio dopo gli inizi nell’Atalanta è stato richiesto (Prandelli?) di diventare da grande «il nuovo Pirlo» quando forse le condizioni per diventarlo non esistevano. Personalmente con la partita di domenica la questione Montolivo io la considero finalmente chiusa. Abbiamo superato il tormentone che l’anno passato ha appassionato chi pensa ai calciatori come uomini che si dividono tra «gli attaccati alla maglia» e i «traditori». Questo psicodramma avrà un’altra coda al ritorno a Firenze, quando la prima passata sarà sommersa di fischi e il popolo fiorentino si beerà della propria presunta ironia, salvo ridere un po’ provincialmente e, come Matteo Renzi, con la convinzione di essere anche simpatici. Arrendiamoci all’idea che non esiste più questo capro espiatorio di tutto un periodo viola e cominciamo a pensare ad un gruppo e non ai singoli. E a proposito di chi ha confrontato la sua prova con quella di Borja Valero, faccio notare che Montolivo ricopriva nella Fiorentina il ruolo che ora è di Pizarro, mentre il Borja l’anno scorso lo faceva quel grandissimo (sic!) giocatore che è Behrami. Forse se Montolivo avesse avuto come competitor Aquilani e non Pirlo avrebbe fatto un’altra carriera. Comunque stiamo parlando di un Nazionale e di un giocatore che nel Milan di oggi è capace di fare la differenza tra tanta mediocrità. Un’ultima annotazione: il fallo di Aquilani su Constant era da espulsione diretta ma l’arbitro Marameo aveva graziato Bonera e ha compensato.
Un commento veloce per chiudere. Montolivo i ruoli del centrocampo li ha provati tutti: davanti alla difesa alla Pirlo, interno destro, interno sinistro (la fascia sinistra con lui e Pasqual era di burro), rifinitore. Ha sempre fatto ridere, ma gioca in Nazionale con il suo mentore… quindi vinceremo sicuramente i campionati del mondo in Brasile. (Pirlo reggerà altri 2 anni?)
Se Montolivo era il miglior centrocampista che avevamo nell’era Prandelli abbiamo fatto anche troppo.
Per fortuna nonè più un nostro problema.