Questa volta il ricordo non è per niente originale, ma ritengo dovuto: Torino Fiorentina, ultima giornata del campionato 2007 2008. Dopo la nostra vittoria casalinga con il Parma e la sconfitta del Milan a Napoli, la classifica dice Inter, Roma e Juve già in Champions League e poi Fiorentina 63 e Milan 61, mentre il Torino a quota 40 è già salvo. Detta in altre parole, abbiamo la possibilità di andare in Champions vincendo con i cugini granata, che sono già salvi. Sembrava tutto così scontato: ma la partita fu strana, vera, ma strana. Attaccavamo ordinati (come predicava il Mister), riuscivamo a creare situazioni importanti (parola più abusata nel mondo del calcio), ma Sereni parava tutto. Si sentiva che si poteva segnare in ogni momento, ma non si segnava. Si sapeva che alla fine bastava un gol, ma passata ormai la metà del secondo tempo, il gol non arrivava.
Poi, su una palla che si alza ad un paio di metri dal vertice dell’area piccola, ecco la mitica rovesciata di Osvaldo (quarta scelta dell’attacco viola): una mattata che da una parte sovverte e al tempo stesso rende merito all’impostazione tattica portata avanti negli anni da Prandelli: non era possibile andare in Champions senza le numerose buone prestazioni della squadra; ma arriva sempre anche il momento in cui qualcuno debba prendersi dei rischi. Quella Fiorentina aveva davvero poche personalità in grado di prendersi dei rischi e ha costruito le sue fortune cercando di correrne il meno possibile. Montella sta costruendo questa Fiorentina sulla capacità di prendersi dei rischi per crearne più possibile agli altri. Il tempo dirà chi avrà ragione ed io magari dirò anche cosa penso di Osvaldo.
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