Confesso tutta la mia preoccupazione dopo aver visto Fiorentina-Trento.
La prima è una preoccupazione di tipo tattico, il 4-2-3-1 è uno schema che non mi piace perché il ruolo della mezzala, il vero raccordo tra centrocampo e attacco, è sparito. Ci sono due mediani che, insieme ai difensori centrali, hanno il compito di imbastire tutte le trame di gioco, ci sono due ali troppo offensive che devono saltare l’uomo, ci sono i terzini che spingono a tutto gas, il centravanti sempre troppo solo e il trequartista che non sa che pesci prendere.
La seconda è una preoccupazione di tipo tecnico: la rosa al momento è davvero poca cosa. Rebic continua a non avere feeling con la palla, Hagi è bellino da vedere ma di poca sostanza, Sanchez in alcuni momenti fa delle giocate imbarazzanti. Ne avrei anche per altri ma sono tutti alla prima stagione, qualcuno alla prima partita, quindi non sono giudicabili.
E davanti avevamo il Trento che abbiamo battuto con cinque gol di cui tre auto-gol e un rigore.
Le uniche note positive sono le sensiazioni che emana l’allenatore Pioli in conferenza stampa, di parole si tratta, ma sono parole che arrivano da una persona che ha l’animo pacato, che sa di avere un obiettivo preciso e si impegna a perseguire quell’obiettivo. Non ha vacillato di fronte alle domande su Vecino, né a quelle su Kalinic. Forse dovrei imparare ad affrontare il resto della mia vita da tifoso con la sua pragmaticità. Morto un Papa si fa un Papa e un cardinale… e via così come la novella dello stento.
Mi spiace molto che anche il tuo entusiasmo sia stato troncato sul nascere. Ed in effetti non è facile essere ottimisti in questa fase. Penso che la politica che dicevi rimane valida, ma va vista nell’ambito di un ciclo perché poi dopo 3/4 anni certi valori (a volte anche molto gonfiati) diventano insostenibili per noi: sono i cicli che poi possono arrivare più o meno vicini a certi traguardi. Per esempio due anni fa quando andammo a Moena sembrava che Berna e Baba se ne andassero, invece decisero di rimanere… pochi mesi dopo, prima di Natale, eravamo in testa alla classifica; poi è mancata un po’ la società e molto il tecnico e comunque siamo andati in Uefa, senza considerare i traguardi mancati per poco (con lo stesso ciclo) con Montella. Adesso ripartiremo con un nuovo ciclo… non rimane che vedere con quale cilindrata. Però i cicli passano… la Fiorentina rimane.