Paulo Sousa alla prima conferenza stampa spiegò che i moduli a lui non interessano perché sono statici mentre il calcio, quello in campo, è dinamico. Ecco quindi che si generano interpretazioni diverse sul modulo con cui la Fiorentina si dispone in campo. Contro il Milan, dopo aver letto la formazione, è stato facile convincersi che avremmo adottato il 4-2-3-1. Durante la partita però, questa convinzione è andata via via scemando: sia Gilberto che Bernardeschi giocavano troppo più bassi di Ilicic, che invece svariava su tutto il fronte d’attacco.
Secondo il mister Pallanti lo schema era un 3-4-3 con Gilberto e Alonso alti sulla linea dei centrocampisti e non possiamo riconoscere che c’è del vero anche su questa interpretazione, in quanto Tomovic non si è mai azzardato a fare un uscita in attacco, invece Alonso si è proposto molto spesso.
Solito discorso per Davide, anche per lui la prima Fiorentina ufficiale di Sousa è stata un 3-4-3.
E se invece fosse stato il vecchio e sempre verde 4-4-2? Dove il solo Alonso era il terzino con libertà di spingere sulla fascia e Bernardeschi uomo di raccordo tra centrocampo ed attacco? Oppure qualcosa di ancora più vecchio: una difesa con due marcatori fissi, un libero, un terzino fluidificante, un mediano, due mezze ali, un’ala vera, un centravanti e una seconda punta libera di muoversi secondo l’istinto. Roba da anni ’80.
Non si sa lo schema preciso ma tutti si sono accorti che in campo, dopo un decennio a tre, c’erano quattro centrocampisti di ruolo. Finalmente!!!
Anche a me non piacciono i numeri legati ai moduli soprattutto l’uso mediatico che ne viene fatto che tende a voler disumanizzare il lato umano della tattica di gioco.
Lo stesso modulo interpretato da un giocatore o da un altro può cambiare diametralemnte l’efficacia e di conseguenza la percezione dall’esterno.
Credo sia il caso della partita di domenica che infatti ognuno di noi vede in modo soggettivo.
Per me se rimaniamo nei numeri classici il modulo che più sintetizza è il 3-4-3, ma se analizziamo il comportamento degli interpreti vediamo che la mobilità dei 2 esterni lo trasformava fase difensiva in un 5-4-1 che spesso rimaneva un 5-3-2 dovuto solo all’indolenza e la pigrizia di Ilicic, che detto tra parentesi pur giocando bene io non riesco a reggere più di 50/60 minuti.
Il modulo secondo me rimane fondato su 2 mediani e 1 centravanti mobile su tutto il fronte, con 2 (o 3 in alcuni casi) giocatori tra le 2 linee che a seconda delle proprie caratteristiche saranno più sbilanciati verso la punta o più in equilibrio per contenere.
Secondo me la nostra rosa con questo modulo è ben valorizzata perchè abbiamo giocatori duttili che in quei 2 (3) posti possono cambiare l’andamento di una partita con le loro diverse caratteristiche: Ilicic, Bernarderschi, Babacar, Mati Fernandez, Rossi, lo stesso Valero e, forse ahimè, Joaquin.
La controprova a Torino.
Gattaccio Viola