Dopo i sogni europei vissuti in settimana, la Fiorentina e i tifosi si risvegliano con questa brutta sconfitta in campionato con il Bologna. La partita puà essere letta in tanti modi. E non c’è dubbio che ieri gli episodi non sono stati a nostro favore, dal rigore di rimpallo, alla traversa di Saponara. Italiano si appiglia al forcing finale, dove abbiamo messo in area tantissime palle, alcune anche pericolose. Queste palle qualcuno però deve buttarle dentro e nonostante quello che dice Pradé, la Fiorentina ha fallito la scelta dei centroavanti. Ci manca l’uomo che fa salire la squadra quando siamo assediati nella nostra tre-quarti come ieri, manca l’uomo che di riffa o di raffa la butta dentro. E infatti l’occasione più eclatante l’abbiamo creata con una rovesciata da figurine Panini che viene una volta ogni dieci anni. Nella mia lettura della gara dico quindi che il Bologna alla fine ha meritato questa vittoria, più ancora del Torino, soprattutto perché ha vinto tutti i duelli individuali, perché ha vinto il recupero di tutte le seconde palle, fuori e dentro le aree di rigore. Ha vinto soprattutto perché siamo stati troppo mosci, in ogni reparto. Lo siamo stati soprattutto a centrocampo, dove purtroppo Bonaventura e Barak erano l’ombra di quelli visti in coppa e Amrabat ancora è indietro di condizione. Non mi sembra neppure troppo giusto criticare il marocchino per la fase di play, perché in questo centrocampo non sta a lui farlo. Il problema è che il Bologna ci ha surclassato fisicamente in ogni parte del campo e soprattutto sulla mediana. E questo deve accendere un campanello per il mese di febbraio, dove si ricomincia a giocare ogni tre giorni.
Partendo da questo presupposto, l’analisi della partita poi diventa abbastanza semplice. Sui lanci lunghi Jovic non ne ha presa una. Le corsie erano sempre intasate perché il Bologna, che andava il doppio di noi, riusciva sempre a scivolare e quindi raddoppiare e triplicare. Saponara, a parte i gesti tecnici, è stato anche lui fagocitato dalla fisicità degli avversari. L’unico che ha avuto qualche spunto è stato Gonzalez, troppo poco, troppo solo per fare qualcosa. I cambi hanno portato almeno alla possibilità di mettere tante palle in area di rigore, con i risultati detti sopra. Nel buio totale di ieri, devo dire che mi è piaciuto il modo con cui è entrato Brekalo. Speriamo sia davvero una risorsa per questa parte finale di stagione. C’è da dire che il Bologna non è una corazzata davanti e ha sprecato anche buone occasioni per far male alla Fiorentina. Ci ha punito però con due calci d’angolo, tutto sommato in modo anche abbastanza analogo. Nel primo caso aveva fatto una paratona Terracciano per poi scaturire il rimpallo del rigore. Nel secondo gol Terracciano non è stato impeccabile. Però non è certo sua la colpa principale. Non è infatti possibile far saltare gli uomini così industurbati.
Adesso ci aspetta la settimana di passione, che sarà di nuovo corredata da critiche, pessimismi e malumori. Ci possiamo fare poco e alla fine penso che la squadra sia anche abituata. Il problema vero è che dovremo fare a meno di Igor e Mandragora allo stadium e questo invece peserà. Speriamo allora in qualche recupero e nei buoni segnali arrivati da Brekalo.
MI sono dimenticato una riflessione, che ci lega ancora al mercato. Bonaventura e Barak fanno fatica nel giocare ogni 3 giorni, almeno con la lucidità e la brillantezza che serve a questa squadra. E chi abbiamo come riserve? Duncan, giocatore poco credibile ormai, è la speranza di riavere Castrovilli. Troppo troppo poco. Se è stato giusto far andare Benassi, se è stato giusto vedere un po’ di che pasta vera è fatto Maleh, non si capisce perché Zurkowski non possa essere una prima riserva di questa Fiorentina o, melgio, perché non si è cercato una vera mezzala.
Questa settimana Sanremese è iniziata proprio male, la partita contro il Bologna mi ha proprio messo di cattivo umore, alla fine ero più moscio di Saponara.
Sull’analisi tecnica sono d’accordo con te.
Per me Italiano è arrivato alla frutta, la differenza tra un buon allenatore e un allenatore di successo, si vede nei momenti di difficoltà, nei momenti in cui un allenatore è obbligato a “rivedere” le proprie convinzioni. Italiano invece, così come lo era l’altro Vincenzo, è completamente prigioniero delle sue idee.
Dopo la Lazio, e forse anche dopo il Torino aveva dichiarato, le partite si vincono con il ritmo. Bravo! E quando il ritmo non c’è, si perdono?
Perché questo è quello che succede alla Fiorentina, quando gioca con ritmo tutto bene, quando si va sottoritmo si subisce. Contro il Bologna tutta la partita, altre volte un tempo, mezzo tempo. Per quanto è estremo il gioco di Italiano bastano dieci minuti sottoritmo per mandare all’aria una partita.
Quindi, o Italiano rivede al meglio le sue idee, oppure fa la fine dei vari allenatori transitati un questi anni. Non mi sembra di aver visto nessuno che, andato via da Firenze, è diventato un fenomeno. Anzi, sono molti di più quelli che sono scomparsi o si sono dovuti accontentare di allenare in Turchia.