In queste settimane ho provato a distrarmi un po’ dalla Fiorentina. La finale di Atene è stata una bella mazzata. E dopo lo scontato addio di Italiano, era per me troppo fuori dai pasti l’immediato menù di possibili o impossibili acquisti viola. Oggi però c’è stata la presentazione di Palladino. Tutto sommato, un buon nome da spendere per la panchina viola. Poi come al solito parlerà il campo. Da lunedì prossimo inizia una nuova stagione, ma anche una nuova era per la gestione Commisso. E’ ovvio che tutti i tifosi già da giorni si chiedano chi resterà e soprattutto chi arriverà. Da tifoso di lunghissimo corso però la mia testa è per ora ferma su un tema. Cosa resterà di questo triennio Italiano della gestione Commisso, premesso che i primi due anni finiranno presto nel calderone delle stagioni anonime, ovvero le peggiori per i tifosi. C’è questo pensiero, perché un tifoso è fatto delle emozioni di un attimo, delle speranze per il futuro, ma soprattutto di tutto quello che nel passato ha contributo a creare e a far crescere la passione.
Se mi chiedo, cosa ha aumentato la mia passione per i colori viola, il decimo posto di Iachini o la salvezza all’ultima giornata della Fiorentina operaia del 77/78, dico sicuramente la seconda. Rispondo quindi indirettamente all’articolo di SImone, che ho visto fra l’altro in ritardo. Di questa Fiorentina di Italiano resteranno bei ricordi, belle emozioni, una voglia ritrovata di tifare viola. Forse non c’è stata l’evoluzione nel gioco che ci aspettavamo il primo anno, ma c’è stato sicuramente un crescendo di emozioni, di patos, di speranze di rialzare qualcosa al cielo, oltre alle imprecazioni. RImarrà da parte mia orgoglio di aver provato a giocarsi tutte le partite, dove forse non siamo stati sempre superiori come dice Simone, ma dove abbiamo quasi sempre provato a comandare noi. E guardando anche l’Europeo, si vede che questo sta diventando sempre di più lo spirito del calcio moderno. Perché alla fine vince uno solo e molto spesso chi ha i giocatori più forti. Italiano ha fatto sicuramente errori, ma ha portato la Fiorentina dove da anni nessuno era riuscito a portarla. Ci ha fatto sperare in cose che da molti anni neppure ci sfioravano. Io penso che non sia stato fortunato nelle scelte di mercato fatte dalla società. Io credo che lui per primo avrebbe voluto Berardi e non Ikoné, avrebbe voluto Scamacca per il dopo Vlahovic, avrebbe preferito qualche difensore più adatto di Mina. Ma ci ha fatto credere e ha fatto credere ai suoi che in campo potevamo giocarcela con tutti… e spesso lo abbiamo fatto.
Penso che Palladino cambierà diverse cose nella tattica ed è giusto così, ma sono però convinto che il mandato di Commisso sia quello di continuare con la stessa mentalità, perché il nostro presidente può essere a volte preso in contropiede, ma vuole essere padrone del suo destino, che poi è sempre stato anche lo spirito dei fiorentini. Ecco cosa resterà per me, la voglia di ribaltare qualche gerarchia, di provare a riscrivere un po’ la storia. La convinzione che potevamo farcela anche con una squadra non di campioni o magari la convinzione di avere una squadra di campioni, come quando per me Galli, Lelj, Tendi, Pellegrini e via andare dovessero comunque essere imbattibili.
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