L’ha detto Citterio, il vice di Palladino, alla fine della partita, ma l’avevo pensato anche io alla fine del primo tempo, la Fiorentina in campo aveva tutto un altro spirito rispetto al Lecce. Vero che il Lecce è quasi ultimo in classifica, vero che Gotti è vicino all’esonero, vero che abbiamo trovato gol abbastanza facilmente, ma è stato palese uno spirito molto più tenace da parte nostra.
Il nostro non è un 4-4-2 ortodosso, diciamo che è un 4-4-2 ibrido, dove Bove, sacrificato ad esterno, partecipa molto al centrocampo che diventa un centrocampo robusto, dinamico, a tratti palleggiatore, che raramente si fa trovare impreparato e che non lascia la difesa a difendere da sola.
E’ sicuramente presto per lasciarsi andare agli entusiasmi così come era presto all’inizio lasciarsi andare alla depressione, ma in queste ultime partite abbiamo visto una Fiorentina assestata, una squadra abbastanza compatta, che non comanda il gioco ma non si fa comandare, che non è spettacolare e non concede niente allo spettacolo fine a se stesso ma trova lo spettacolo nella normalità di giocate semplici e veloci. Oggi contro il Lecce, almeno fino a quando c’è stata partita, la nostra è stata l’area più affollata ma siamo riusciti a difendere abbastanza alti e a raddoppiare più di loro e, finalmente, quando siamo arrivati a concludere, non abbiamo mai visto la barriera di 20 uomini nella loro area di rigorea.
Certo c’è da rivedere qualche copertura di Colpani in difesa, un Adli che osa più del dovuto, gli infortuni a Gud e Kean, però c’è anche da fare i complimenti allo stesso Colpani che trova la porta quando l’occasione è ghiotta e che tira una stecca da ammonizione al suo diretto avversario, allo stesso Adli che ha intuito e piedi buoni, ad un Beltran che lotta sempre come un leone e che giocando da seconda punta, e non da sotto o mezza punta, riesce finalmente ad essere utile oltre che trovare il gol. Fa morale anche il gol di Parisi, morale al ragazzo che gioca grintoso nonostante il risultato acquisito e morale allo spogliatoio perché è di esempio.
Basta via, mi fermo qui, non è che una vittoria a Lecce dove l’anno scorso avevamo perso da polli venuta dopo la sosta. Dimentichiamoci tutto subito perché il difficile arriva adesso.
P.S. Vi chiederete perché ho scelto quell’immagine di Kean, se volete scoprirlo provate a digitare “questione di spritito” su Google. Il talento non basta, ci vuole la voglia.
E’ un 4-4-2 atipico, che mi ricorda (per ora con il giusto rispetto) quello del primo Prandelli. Fiore a destra, non un’ala era ma un esterno di qualità, Jorgensen a sinistra che era molto tattico, come lo è Bove, mentre sul fondo a crossare arrivava Pasqual. Il paragone con Jorgensen ovviamente è forte, ma a me Bove non dispiace. Devo dire che nel mezzo Adli Cataldi possono reggere bene confronto con Brocchi Donadel.
Beltran ha fatto grande partita, ma se devo dargli una definizione di ruolo nella gara, mi viene tutto escluso seconda punta. Ha fatto il regista avanzato, che è quello alla fine che fa GudMundsson. E’ venuto spesso a prendere e giocare palla a centrocampo o sulla 3/4, smistando su fasce o centralmente. Tant’è che, a parte poi l’azione del 5 a 0, è stato sempre quello più lontano dalla porta nelle occasioni.
Questione di spirito significa anche consapevolezza dei propri mezzi e libertà mentale per sfruttarli in campo. Sembra che piano piano la Fiorentina ci stia riuscicendo. Speriamo davvero che gli infortuni di ieri non siano troppo pesanti.