Si è chiusa finalmente la sessione estiva del calciomercato e da domani il pensiero andrà (forse) solo sul campo. E’ difficile dare un voto al mercato della Fiorentina, anche perché il mercato deve essere considerato nella sua globalità, per cercare di intuire i nuovi giochi di forza nel campionato e nelle coppe. Ad ogni modo, considerando che nel 2015 la Fiorentina deve rientrare da un passivo importante, tenendo presente che per regolamento da questa stagione le società hanno dei vincoli specifici per quanto riguarda la composizione della rosa, che Pradé era chiamato a sfoltire sia in numero, sia in monte ingaggi, condividendo il fatto che uno dei primi obiettivi tecnici era quello di abbassare l’età media della squadra e, ovviamente, cercare di assecondare l’idea di gioco del nuovo mister Paulo Sousa, penso che il calciomercato della Fiorentina merita almeno un sei di fiducia. Rimane d’altra parte la consapevolezza che ci sono delle lacune e soprattutto che il mercato viola potrebbe essere pericolosamente sbilanciato, in negativo, rispetto a squadre concorrenti. Premesso che il concetto di Fair Play finanziario rimane ancora un mistero per molti, per quanto ci riguarda il punto più oscuro è la difesa, che si è fermata appunto a Facundo Roncaglia… e a Bagadur che ha rifiutato il Lanciano. Vedendo il Mario Suarez di Torino, vengono molti dubbi anche per il centrocampo del progetto Sousa, ma aspettiamo a dare sentenze: non conosco Verdù, arrivato qualche giorno fa e non dobbiamo trascurare la permanenza di Vecino. E alla fine, nonostante proclami, contratti e muro contro muro, gli ultimi giorni Pradè ed i suoi hanno dovuto fare mercato sul caso Joaquin, che alla fine saluta Firenze, rimpiazzato in parte da Baez e sopratutto da questo polacco dal nome impronunciabile, Blaszczykowski, che arriva dal Borussia Dortmund. La vicenda Joaquin forse è la vera sconfitta del mercato viola, perché era una partita che la Fiorentina poteva vincere a tavolino, ma che comunque rischiava di perdere sul campo… probabilmente anche una delusione in termini umani. Ma abbiamo imparato che il calcio non è posto per sentimentalismi e quindi non rimane che dare il benvenuto ai nuovi arrivati e, in particolare, a questo Blaszczykowski, che ha scelto Firenze per ritornare su livelli di calciatore internazionale.
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