In attesa di entrare nel vivo del prossimo prepartita, si sente da più parti dire che la gara con il Chievo rappresenta un importante crocivia per la squadra viola. Forse perchè mancano un po’ di punti in trasferta, o forse perchè non è facile riempire questi giorni riservati alla nazionale.
Per quanto mi riguarda, penso che parlare di “partite della svolta” poteva essere giusto nei due anni passati, quando una squadra oramai vuota dentro (per non dire marcia) cercava negli stimoli estemporanei un modo per rimanere a galla. Ma quest’anno abbiamo avuto subito la sensazione che la dirigenza, la direzione tecnica e la stessa squadra hanno avviato un percorso che non sappiamo bene dove ci porterà, ma che si presenta sicuramente interessante.
E allora, attingendo alle parole della canzone di Daniele Silvestri “Ma che discorsi”, non c’è bisogno di chiedersi ad ogni incrocio se si sia preso la strada giusta. Stiamo costantemente attenti al percorso, ma godiamoci il viaggio, senza paura ogni volta di aver sbagliato strada. Domenica prossima ci aspetta una curva impegnativa, che può dare il giusto slancio, o farci rallentare di nuovo, ma ad ogni modo una cosa è certa: dell’autista ci possiamo fidare.
Sono pienamente daccordo con te Davide!!!!
La squadra gioca bene, i giocatori e i tifosi sono pieni di entusiasmo, andiamocela a giocare senza tanti obbiettivi e quello che viene prendiamo senza drammi o ambizioni.
Questo secondo me deve essere l’anno della costruzione di una solida base e per base intendo far capire ai giocatori le proprie capacità e possibilità, in modo da poter affrontare il prossimo campionato consapevoli di essere una squadra forte.
Giochiamo senza pressioni ed alla fine vedrete che arriveremo lontano…….
O mammina! Mi ritrovo al PC dopo due giorni di febbre e chi ti trovo… Alessio che fa un commento.
Io chiaramente tanto d’accordo non sono, siete già in due ad esserlo, in tre saremmo troppi. 🙂
Ci possiamo fidare dell’autista? Anche io mi fido, ma la curva Chievo, insidiosa quanto sia, me la deve girare senza errori. Io sono ad aspettare all’uscita di curva, e non vorrei dovermi accontentare di un altro “però abbiamo giocato bene…”