Non vorrei scomodare gli dei, ma il rinnovo per cinque anni di Milenkovic a cifre sicuramente paragonabili a quelle che avrebbe preso in squadre da Champions, rappresenta un mattone importantissimo per la Fiorentina (di Commisso) del futuro. Oserei paragonarlo ai rinnovi di Batistuta.
Ai DV non era mai riuscito, né con Toni, né con Jovetic, nemmeno con Lijaic. Commisso non c’è riuscito con Chiesa, non c’è riuscito con Vlahovic, ma al terzo tentativo c’è riuscito con Milenkovic, forse perché è un difensore, e i difensori guadagnano meno, forse perché il calcio è in crisi, forse perché Milenkovic non è davvero un top player, ma in Italia giocherebbe titolare ovunque.
Forse perché Milenkovic ha deciso di provare a vincere qualcosa con la Fiorentina perché ha capito che la società è seria, sana, ambiziosa; che per Commisso “i soldi non sono un problema”, ma che Barone “non butta via nemmeno un euro”.
Forse perché Milenkovic, e questa è la parte più bella, si è fatto guidare anche dai sentimenti, da Firenze, dall’affetto di noi tifosi, da un allenatore emergente come Italiano. Finalmente, dopo tantissimi anni, si rimane a giocare a Firenze perché si dà importanza a quella parte di vita che non ha prezzo.
Con il rinnovo di Milenkovic qualcosa ha Firenze è cambiato, io ci credo. Per questo bisogna dire bravo a Commisso che ha saputo infondere uno spirito di appartenenza a cui i calciatori non erano più abituati, perfette macchinette di un calcio tutto soldi alimentato dai giornalai e trituratore di sogni.
Dopo tre anni, qualche dichiarazione un po’ troppo altisonante, qualche inevitabile errore, la Fiorentina di Commisso (e Barone) si presenta, e ci presenta perché ci rappresenta tutti, alla partenza del campionato con la squadra pronta e un bellissimo segnale per il futuro come il rinnovo di Milenkovic.
Ora tocca alla parte sportiva, ma non arrabbiatevi con Commisso se perderemo qualche partita, in campo non ci va lui, né Barone.
P.S. Sentiti ringraziamenti a Fali Ramadani
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