Ho apprezzato la scelta di Sousa di nominare Gonzalo capitano della Fiorentina contro la Sampdoria. E’ vero che mi dispiace per Pasqual, che è da considerarsi capitano per anzianità, che ha dedicato 10 anni di vita alla Fiorentina, che rappresenta l’inizio vero dell’era Della Valle in serie A, che si è sempre comportato da professionista serio ed ha mostrato un grande attaccamento alla nostra maglia.
Purtoppo però troppe volte Pasqual si è dimostrato un giocatore tenero, quindi un capitano tenero, quindi una squadra tenera. Sousa, da uomo di spogliatoio, ha intercettato queste sensazioni ed ha promosso sul campo uno che tenero non è, perché capitani si nasce, raramente lo si diventa.
Gonzalo capitano, seppur argentino, rappresenta meglio la voglia Fiorentina di combattere: possiamo perdere perché gli altri sono più forti non perché siamo noi più teneri.
La scelta di Gonzalo capitano spero che sia definitiva e, soprattutto, stabile; il capitano è uno solo, quando in campo c’è lui la fascia non si discute, non come ai tempi della precedente gestione in cui la fascia ballava di partita in partita con l’unico effetto di deresponsabilizzare l’intera squadra. Forse anche il precedente allenatore si era accorto che Pasqual non era adatto, ma non aveva avuto il coraggio per togliergli i gradi, lo stesso coraggio mancato spesso alla Fiorentina.
Quando ad agosto scrissi l’articolo Capitani Coraggiosi (http://iotifofiorentina.net/2015/08/10/capitani-coraggiosi/) pensavo, speravo che si sarebbe arrivati a questo punto.
Quanto scrive Simone è condivisibile, anche se rimango dell’idea che ogni allenatore porta una sua filosofia e con quella di Montella era giusto anche alternare in campo la fascia: era giusto perché in quella Fiorentina l’equilibrio anche caratteriale fra Pizarro, Gonzalo, Borja era importante. Sousa invece vuole una Fiorentina d’assalto ed in questo caso il capitano è giusto che sia uno e coraggioso.
Adesso spero solo che si avveri l’altra metà dell’articolo, ovvero che Mario Suarez diventi un interprete protagonista di questa filosofia di gioco. Perché Vecino e Badelj sono bravissimi, hanno grinta, hanno qualità, Vecino ha anche molta gamba… ma quando arriveremo a marzo se dovremo affrontare partite importanti, avere anche una certa dose di carisma in mezzo al campo sarà fondamentale.
Tesi e ragionamenti condivisibili.
C’è anche la teoria secondo cui cambiare il capitano responsabilizza di volta in volta tutti e distogluiando la responsabilità dalla fascia e restituendola alle persone.
Probabilmente in alcune situazioni ambientali o in rose formate da giocatori particolarmente scevri di personalità può anche avere un senso.
Io rimango però più legato alla tradizione che vuole un capitano unico e che deve avere una personalità spiccata ed essere molto credibile tra i compagni, aldilà anche delle qualità tecniche.
Gattaccio Viola
(volevo scrivere distogliendo)