Paulo Canà:”Potevamo vincere”

A Torino, contro la squadra più forte del campionato, Paulo Canà non sorprende nessuno e schiera: tre difensori (altrimenti per la Juventus poteva diventare difficile), due soli centrocampisti (Vecino e Badelj), due sulle fascie (un terzino all’ala e un’ala terzino), un bradipo al centro (quello che ha il colpo) a smistare, un centravanti a fare pressing da solo e un ragazzino a dare una mano tra difesa, centrocampo e attacco.

Il primo tempo è stato tutto di sofferenza con la Juventus che ha realizzato un gol (inserimento del centrocampista) ed ha avuto altre occasioni, almeno due incredibili. Poi Paulo Canà ci ha messo ulterioremente del suo togliendo quello che era stato il più propositivo dei nostri, il ragazzino, l’unico in grado di giocare palla in velocità.
Nel secondo tempo la Juventus, sicura del risultato, ha arretrato il raggio di azione e ci ha fatto un po’ sfogare concedendoci un calcio d’angolo da cui è arrivato il fantastico gol di Kalinic. Ma il pareggio è durato quanto un fuoco di paglia e in cinque minuti la Juventus ha rimesso a posto le cose con il raddoppio di Higuain propiziato dall’ennesimo inserimento di un centrocampista. A niente è valsa l’uscita del bradipo per Pepito perché a quel punto i nostri avevano ormai esaurito le energie per assecondare gli schemi di Paulo Canà.

Insomma, il risultato di 2-1 va parecchio stretto alla Juventus, sia come gioco espresso che come occasioni, perché noi abbiamo fatto un tiro in porta ed un gol e siamo sembrati una squadra senza né capo, né coda. Paulo Canà è riuscito ad avere la sensazione che “Potevamo vincere”, solo lui poteva, con la sua alta sensibilità calcistica.

Credo che le frottole di Paulo Canà non facciano più breccia da nessuna parte, sopratutto dentro lo spogliatoio e si vede. Abbiate pazienza, l’esonero è vicino.

Veniamo ora al nostro mestissimo medagliere.

Oro: Kalinic

Corre e lotta come sempre aiutato pochissimo dai compagni di squadra. Purtoppo non ha il piede raffinato per dialogare con Chiesa in velocità ma il ruolo di centravanti lo sa ricoprire benissimo. Purtoppo dietro di lui non gioca un rifinitore ma un bradipo. Tira fuori da cilindro un bellissimo stacco di testa che ci porta al pareggio ma non basta. Bravo Kalinic, quanto vorremmo vederti giocare con qualche attaccante di ruolo accanto invece che solo nelle praterie delle difese avversarie.

Argento: Chiesa

Regge il peso dell’esordio in serie A e si dimostra fresco, guizzante e anche il più pericoloso dei nostri in attacco. Non disdegna di dare la sua mano in copertura e prova qualche infruttuoso contropiede praticamente da solo. Vale anche per lui quanto detto per Kalinic, lo vorremmo vedere in campo dentro un reparto di attacco bene organizzato senza la zavorra slovena.

Bronzo: Tello

Tello si merita il bronzo per lo splendido aggancio in occasione dell’azione che ha portato al calcio d’angolo del pareggio e per qualche altro tentativo di cross a fine partita. In una squadra allo sbando non si può chiedere di più a chi è appena arrivato ed è in prestito.
 
 

Tutta la difesa ha fatto quanto poteva e non capisco l’accanimento nei confronti di Tatarusanu, è vero che ha avuto uno svarione con i piedi all’inizio ma dopo si è comportato egregiamente e sui gol non poteva fare assolutamente niente.

Nel calcio moderno i reparti non lavorano più da soli e la nostra difesa si è comportata degnamente, poco aiutata dal centrocampo a due (Primo teorema di Canà) e con un’ala a giocare terzino (Secondo teorema di Canà). Tutti hanno mostrato impegno e dedizione alla causa, tutti hanno svolto la fase difensiva con coscienza e hanno dato il loro apporto in attacco. Tutti eccetto uno: il bradipo.

Perché nel calcio moderno secondo Canà giocare in 11 contro 11 non fa bene allo spettacolo e alle sensazioni, è molto meglio giocare in 10 contro 11 così da dare un bel vantaggio agli avversari. (Terzo teorema Canà)

Paulo Canà te ne devi andà!