Che ne sarà di loro

Sono stato molto contento che Bernardeschi (ed il suo procuratore) abbiano deciso di rimanere a Firenze, senza fra l’altro enfatizzare le sirene che ad inizio mercato hanno cercato di ammaliare il giovane viola. Nonostante ad un certo punto del mercato mi fossi rassegnato all’idea di vederlo partire, sono invece ancora più contento che sia rimasto a Firenze anche El Kouma Babacar, il ragazzo dai mezzi illimitati. Già, sembra passata una vita da quando Prandelli disse questa frase, ma il senegalese ha appena 23 anni ed una carriera tutta da costruire davanti a se. Nessuno (o quasi) mette in dubbio le loro doti, come d’altra parte nessuno sa fino in fondo quanto saranno in grado di esprimerle, di migliorarle, di farle valere nel futuro. Sicuramente Firenze è attaccata a questi due giocatori… già in passato abbiamo scomodato la famosa sigla B2; però oggi ci chiediamo, che ne sarà di loro? Sono usciti dall’età dell’adolescenza calcistica e ci aspettiamo da entrambi segnali di maturità, di crescita e, in qualche modo, anche di riscatto. Questo vale sicuramente per Babacar, che ha due anni in più e due mezzi passaggi a vuoto, ma vale anche per Berna, perché nella prima parte di stagione dello scorso anno ha fatto vedere grandi cose e gran parte del mondo calcistico si è innamorata di questo giocatore (sono di oggi nuovi elogi di Mancini, Ventura ha detto di voler puntare su di lui, c’è lo sguardo attento delle migliori squadre europee); quest’anno però Berna deve scrollarsi di dosso tutta questo fardello di attenzioni e aspettative e tornare a giocare come quando è andato a Crotone, con la voglia di stupirsi, di crescere e di fare bene. Come raccontato nel film di Veronesi, giunti alla soglia dei 20 anni finisce il tempo delle aspettative (proprie e degli altri) che un giovane sente su di sei ed inizia quello delle scelte. Berna e Baba hanno intanto scelto (magari in parte anche costretti) di rimanere a Firenze e questo è un passo. Firenze e tutto il tifo viola devono capire che possono diventare un vero patrimonio della Fiorentina e quindi cercare di sostenere nel miglior modo possibile i due ragazzi… evitando magari di mettere una pressione eccessiva come ebbe Pazzini nell’anno del dopo Toni. Sousa dovrebbe avere il coraggio di farli esprimere entrambi con maggiore libertà possibile: è giusto non tollerare lo scarso impegno e l’approssimazione di un giovane calciatore, potrebbe però chiudere un occhio a volte se si viene meno a qualche rigore tattico, specialmente se parliamo di giocatori di attacco. Per il resto sta ovviamente a loro chiedersi, adoperarsi e cercare di capire che ne sarà di loro.