La Fiorentina vince due a zero la partita di andata della semifinale di Coppa Italia, ottiene la nona vittoria consecutiva e compie un primo passo importante verso Roma. Come detto da molti, la vittoria è stata meritata. Però stasera voglio partire da Terracciano. Mi sono accorto che ho sorvolato spesso sulle sue prestazioni. Dopo la vittoria a Milano e soprattutto dopo stasera è doveroso però spendere due parole su questo portiere. Prima di tutto, secondo me è il migliore in serie A con i piedi. E’ sempre lucido, preciso e sicuro e quindi prezioso per le partenze dal basso. Ma Terracciano sta dimostrando di dare anche sicurezza tra i pali e soprattutto nelle uscite. E stasera ha evitato in tre occasioni che la Cremonese mettesse un timbro per rendere più insidiosa la gara di ritorno. Le lodi a Terracciano ci portano a sottolineare ovviamente anche il fatto che, nonostante si stia subendo pochissimi gol in questo periodo, stiamo concedendo ancora troppe occasioni agli avversari. Lo stesso Italiano è stato sincero e con profilo basso: in questo periodo anche la sorte è dalla nostra parte. E bene così. Siccome era ed è giusto contare sul nostro spirito di gioco, sulle nostre qualità tecniche, sulla nostra concentrazione gara dopo gara anche quando le cose non giravano al meglio, è altrettanto doveroso pensare che la fortuna non può essere sempre dalla nostra parte e soprattutto che non siamo il Barcellona di Guardiola.
Giusto quindi avere profilo basso e mantenere massima concentrazione. Non è certo ora il momento di rivendicazioni, in particolare verso una parte della stampa che sarà pronta a rinfiammarsi se ci saranno nuove cadute. E’ piuttosto opportuno cercare di migliorare ancora alcune situazioni. Prima di tutto dobbiamo capire perché, con partite in pieno controllo e con superiorità dimostrata in campo, si debba in modo quasi fatale, mettere in discussione il risultato. La Cremonese ha avuto in effetti un paio di occasioni nitide e tutto sommato su dinamiche di gioco anche prevedibili. Se c’è un elemento in cui la squadra è migliorata tanto è l’applicazione di tutti nell’attaccare e difendere, nella determinazione e nella compattezza di squadra. E’ la cosa che emerge sempre prima della prestazione dei singoli. E su questo ha aiutato avere finalmente una rosa praticamente al completo, con stato di forma buono e con crescita personale di molti, a partire dai soliti Dodò, Mandragora, Igor e Cabral. Andando comunque sui singoli, ritengo la prova di Ikoné insufficiente, direi impalpabile. Mi aspettavo Sottil già da inizio ripresa. Anche Gonzalez è stato pigro, però quando si accende si accende. Forse le occasioni della Cremonese sono arrivate con qualche disattenzione eccessiva della coppia centrale, che comunque in queste ultime gare ha contribuito, insieme appunto a Terracciano, a rendere la porta viola difficilmente penetrabile.
Siamo appena all’inizio del tremendo aprile e quindi giusto il mantra: abbiamo fatto un primo passo, ma non abbiamo ancora ottenuto niente. D’altra parte c’è la possibilità di ottenere ancora molto, forse anche in quel campionato che alcune settimane fa davamo completamente andato.
Ho riletto il post due volte cercando qualcosa con cui non essere d’accordo ma non l’ho trovato… direi quasi perfetto! 🙂
Terracciano si è tolto il peso di doversi confrontare sempre con l’altro portiere e gioca nettamente più sereno, sa che può anche sbagliare e non succederà niente, sarà ancora lui a giocare la prossima e questo lo aiuta a vivere meglio. Il portiere non è un ruolo come gli altri e non ci può essere quella concorrenza assatanata che chiede Italiano.
Il vero grosso problema del modo di giocare di Italiano è sempre il solito e non cambierà mai, anche contro la Cremonese abbiamo concesso tre belle occasioni di cui una paurosamente facile che poteva costarci l’1-1. Se e quando riusciremo a cambiare atteggiamento faremo finalmente un bel passo avanti, per il momento ci possiamo solo affidare alla sorte, che sappiamo essere capricciosa.
Concordo sui miglioramenti di squadra, tutti più determinati, vogliosi, uniti per il risultato, questo lo dobbiamo sicuramente all’allenatore che ha saputo lavorare sulla testa di tutti.
Colui che ha davvero cambiato volto negli ultimi mesi è Dodo, è diventato una sicurezza. E’ migliorato molto anche Mandragora.
Chi non migliora e non migliorerà mai è Ikoné
Faccio io due ulteriori commenti, contestando in parte me stesso. Lo faccio prendendo spunto dalle risposte di Marco Bucciantini a Radio Bruno, secondo me oggi uno degli opinionisti più interessanti e quantomeno equilibrati. La prima è sul gioco. Quello che noi vediamo spesso come un difetto e qualcosa da migliorare, ovvero le occasioni concesse, sono uno spirito di gioco: decido io semmai come morire. E’ vero che gli altri a volte ringraziano, però non possiamo certo dire che con Iachini ci siamo divertiti. La seconda è su Ikoné. Per me la prova rimane insufficiente piena. Ho visto però solo 6 e 6.5 nelle pagelle, che ovviamente non mi convincono. Mi ha fatto riflettere un po’ però la considerazione di Bucciantini, che adesso quella corsia funziona. E’ vero salto di Dodò, ma Ikoné la riempie abbastanza bene con lui e da quella parte si spinge adesso al pari o forse anche meglio che dalla sinistra.
Proprio perché è venerdì, piove e fa freddo.
Per me lo spirito non è proprio quello che dice Bucciantini, io preferirei non morire, preferirei rischiare molto meno, preferirei fare un gioco opportunistico, mi va bene rischiare quando il gioco vale la candela, ma perché rischiare se sto vincendo 1-0 quando quelli che devono rischiare sono gli altri?
A me Ikone continua a non piacere, però fa impressione, mette paura agli avversari. I pericoli veri li creiamo sempre dove non gioca Ikone, lui è solo fumo, è velocissimo, ha un’ottimo dribbling, infatti lo raddoppiano sempre, però non sa proprio pensare calcio. Oltre a sbagliare i passaggi e sbagliare le conclusioni, sbaglia anche nelle intenzioni. Sbaglia i tempi, i movimenti e le scelte.
Tanto non lo vendono e ne riparleremo ancora per molto, magari con il tempo e l’applicazione riusciranno ad insegnargli sia la tecnica di base che il calcio di base.