Continuità

Nella conferenza stampa di questa mattina Commisso, insieme a Barone, ha toccato tanti temi importanti. Non è mai banale il nostro presidente. Non lo è sicuramente neppure nel confronto e a volte scontro che ha con la stampa e i media in generale. Certe parole possono sembrare grevi, a volte anche gravi. Però, dopo quattro anni, abbiamo imparato a conoscere l’uomo oltre che il presidente e abbiamo avuto dimostrazione che si muove sempre su principi solidi e condivisibili. Certe critiche gli hanno fatto male e lo disturbano, ma non sono quelle che gli fanno prendere certe decisioni. Sono gli attacchi personali ad irritarlo, specialmente se minano la sua immagine e la sua condotta e, di conseguenza quella di società e suoi addetti. In questi casi va allo scontro. Ne dovranno prendere atto quelli che anche noi abbiamo denunciato più volte, che certo non hanno avuto e non hanno interesse a fare il bene della Fiorentina.

Detto questo, il messaggio più importante che esce da stamattina è quello della continuità. Commisso non manda via nessuno a cuor leggero o per processi sommari del popolo o della stampa. Tantomeno dopo due anni in cui direzione sportiva e tecnica hanno costruito un qualcosa che ha evidentemente ancora margini di crescita, di miglioramento. Dopo aver raggiunto l’Europa, quest’anno siamo arrivati in fondo a due competizioni. Certo è importante capire se giocheremo ancora in Europa o meno. Ma sulla direzione sportiva e tecnica c’è continuità e non ci sono bocciati a prescindere. Ci sarà un mercato importante da fare. Ci saranno giocatori anche importanti che andranno via e quindi ci saranno cifre rilevanti da re-investire nel migliore dei modi. La ritengo una strategia molto intelligente, da società seria e comunque ambiziosa. E la continuità stessa può rappresentare anche un valore sportivo per la prossima stagione, dove invece molte squadre partiranno con l’incertezza del cambiamento. Mi riferisco al Napoli, che dovrà fare una scelta molto delicata sul tecnico, quando tutti hanno sottolineato il grande valore che ha rappresentato Spalletti per il trionfo in campioanto. MI riferisco al Milan, che ha mandato via tutta la direzione sportiva incluso Maldini. In parte anche la Lazio, che dopo tantissimi anni farà a meno di Tare. E dobbiamo vedere cosa succede a Roma sponda giallorossa e a Torino sponda juventina. Magari saranno tutte più forti, ma non darei per scontato la griglia di partenza del prossimo campionato.

Giudicare negativamente, non sufficiente, questa stagione viola rappresenta secondo me poca onestà intellettuale/sportiva. La cosa importante, comunque, è che Barone, Pradé e Italiano in questi giorni facciano la lista del nucleo da cui ripartire, modulo anche le partenze che penso abbiano già chiare, e condividano le priorità sui nuovi ingressi. Ovviamente partirà, anzi è gia partita, la infinita lista dei papabili, dei trattati, dei quasi sicuri, dei sogni, insomma tutto quello che piace tanto a noi tifosi e soprattutto a chi deve vendere notizie. La Fiorentina ha sicuramente dei punti da rinforzare/consolidare. Personalmente penso al portiere, alla punta centrale titolare, al play se va via Amrabat, a un esterno che sia confrontabile con Gonzalez. Nel calcio di oggi sarebbe importante anche una mezzala di spessore. La cosa che forse a volte sfugge a tanti è che la Fiorentina di oggi, anche nei punti che ho citato, non va a sostituire le ultime ruote del carro e, come ha detto Commisso, neppure può mettere sul tavolo 100 milioni di tasca propria. Trovare giocatori migliori di Terracciano, Cabral, Mandragora, Ikoné e Amrabat se va via non sarà semplice, dovendo comunque mantenere gli equilibri economici. Conteranno molto il lavoro e le intuizioni di Pradé, il sotegno di Barone, le idee e la voglia di crescere di Italiano.