L’angoscia dei cantieri e le emozioni della prima

Anche in Conference la Fiorentina esordisce con un pareggio, più amaro però di quello di Parma. E’ stata una partita bruttina, ma dalle mille sensazioni e dai tanti (troppi) gol, in particolare quelli subiti. Il primo tempo è stato angosciante. Dalla tribuna laterale (che oggi chiamano poltronissime) non sapevi se guardare a sinistra la Fiesole e il suo prato vuoti, scavati, pieni di macerie, o a destra, una Fiorentina imbarazzante, che davanti non sapeva tener palla e dietro la regalava continuamente agli avversari. Insomma, l’angoscia dei cantieri nelle loro fasi iniziali, dove hai un po’ (o molta) nostalgia per quello che stai distruggendo e non sai davvero cosa di nuovo e di (più) bello potrà venire fuori. Che la squadra di Palladino sia un cantiere aperto con lavori in corso lo avevamo già detto. Sinceramente nessuno si aspettava di essere sotto di due reti all’11-esimo del primo tempo contro il Puskas. Ancora in grande affanno e imballati Quarta e Pongracic. In netta difficoltà Kayode. Per fortuna abbiamo visto lo scorso anno quanto vale il ragazzo. Sappiamo anche che il secondo anno è quello più complicato. Kayode però sembra uno con la testa a posto e, sperando che non ci siano sotto vicende di mercato, sono sicuro che avrà la forza per tornare presto protagonista. Discorso un po’ diverso per Bianco. Il nostro centrocampo è davvero povero in questo momento e ha contribuito solo a peggiorare la situazione della difesa, perché non in grado di reggere palloni, ma solo a giocarli peggio di come li ricevevano. Però anche lui un po’ di numeri e personalità ce l’ha. Vediamo intanto come finisce il mercato e poi valuteremo. Davanti veramente poco, sia Sottil e Colpani, sia Beltran, che ha confermato tutte le difficoltà viste lo scorso anno a giocare spalle alla porta. Una nota su Parisi. Purtroppo, a differenza di Kayode, lui ancora non si è capito se è carne o è pesce. Se da sicurezza nei ripiegamenti o se da forza, spinta e qualità nella fase di possesso. Penso che lo stesso Palladino abbia dubbi sull’ex Empoli.

Per fortuna alla fine del primo tempo Sottil ha sparato una cartuccia buona, permettendosi anche di “tranquillizzare” il pubblico. La ripresa è stata altra partita, con Kean che secondo me è punta vera, con Dodo che in questo momento ha sicuramente una marcia in più. Ikoné, seppur sempre inconcludente, ha creato qualche presupposto in più, come la bella rete di Kean. Ecco una delle vere emozioni della prima volta. Seppur sotto la “Fiesole” sbagliata segna, balla, esulta. Kean mi sembra uno degli attori più centrali nel progetto Palladino. Emozioni della prima volta un po’ variabili per De Gea, che in 10 minuti ha preso due reti, sul secondo un po’ lento ad andare a terra. Si è rifatto con una bella parata. Non ha potuto fare niente sul colpo di testa del pareggio. Un pareggio davvero inaspettato, in una gara che la Fiorentina aveva ribaltato e sembrava avere saldamente in mano. Un peccato, che ci costringe comunque a giocare con la concentrazione e gli uomini giusti il ritorno in Ungheria.

Ci sono poi le emozioni fuori dal campo. La prima al Franchi, la prima della Fiesole vuota e trasferitasi in Ferrovia. Soprattutto, dopo quasi 50 anni in cui io bimbo vedevo la Fiorentina per la prima volta allo stadio, giovedì è toccata alla mia bimba, che non è certo al momento appassionata e innamorata come lo ero io, ma che mi sembra abbia vissuto delle belle emozioni. E queste alla fine sono le cose che nessuno e spero mai può togliere ai tifosi, anche quelli più perdenti.