Conta vincere

Devo dire che mi è piaciuto l’atteggiamento di Paulo Sousa nella conferenza pre-Torino. Un anno fa di questi tempi pensavamo di avere l’allenatore più figo in circolazione, mentre l’inizio di questo campionato è iniziato con una considerazione media del tifoso molto molto bassa per il tecnico portoghese e personalmente certo non alzavo questa media. Iniziato il campionato, abbozzate voci di mercato e soprattutto dei vari protagonisti, posso dire che non abbiamo l’allenatore più figo, ma neppure uno dei peggiori. Ha le sue idee, come sempre più o meno discutibili (e il più  e meno come per tutti dipende dai risultati), che però porta avanti con coerenza: e ieri ci ha messo davanti una verità lapalissiana, ma che presi dalle proprie convinzioni tattiche dimentichiamo, ovvero conta vincere. E quello che non possiamo contestare a Sousa è la voglia di vincere, per se e per la squadra. Su questo poi possiamo costruire un castello di ipotesi tattiche: però quando dice che sulle due punte stiamo lavorando, significa che non danno ancora un equilibrio sufficiente per il campionato, specialmente se trovi una squadra di “lavoratori di qualità”, come ha definito il Toro. E ha ragione perché la partita di stasera ci metterà difronte una squadra che lotta, riparte molto veloce in contropiede e ha individualità che difficilmente perdonano errori in fase difensiva. Ci vuole equilibrio fra i reparti, ottima copertura degli spazi in campo, buona tenuta sulle fasce. E per questo quasi sicuramente non vedremo Babacar e Kalinic insieme. E tantomeno Zarate al posto di Ilicic. Sousa crede molto in Zarate, altrimenti a maggio se ne sarebbe andato come molti altri (Kuba, Rossi, Gomez fra i nomi noti), ma non per fare il gioco di Ilicic. Io non voglio difendere lo sloveno, però per Sousa il concetto è altrettanto chiaro: in quel ruolo di raccordo fra le linee viola, con Borja più libero di girare, è l’unico che riesce a giocare… in attesa di Hagi. Ed anche in questo caso non possiamo dire che Sousa sia scontato: dopo la benedizione di Chiesa Jr, adesso arriva quella del rumeno. Sono parole importanti, sono prese di posizioni che tutti un giorno sono pronti a rinfacciarti. Lo scorso anno lo aveva fatto su Berna (ad inizio anno), che poi s’è preso il 10, è arrivato agli europei ed ora, dopo una bella lavata (e taglio) di capelli, sta ritornando ad essere un elemento chiave del gioco di Sousa. E se Sousa insiste con Tello è perché in effetti rimane l’unico che negli ultimi 20 metri può creare superiorità numerica, ma la sfida sulla fascia la sta vincendo di nuovo Berna. Sono curioso anche di vedere come organizza il centrocampo viola con la nuova disponibilità di Vecino: della grinta di Sanchez, la gamba di Vecino, il talento di Borja e le geometrie di Badelj Sousa a qualcosa deve rinunciare… o forse no, perché appunto conta vincere.