C’è chi vede un percorso di crescita interrotto e chi vede un percorso di decrescita, tra l’altro infelice, iniziato a gennaio di quest’anno dopo le dichiarazioni suicide del post mercato. Paulo Canà è l’allenatore che le spara più grosse di tutta la serie A.
Oro: Sanchez
Troppo facile individuare in Sanchez il migliore di Torino. E’ stato l’unico che non si è perso d’animo, che ha lottato fino alla fine, picchiato, provato a fare qualcosa seppur la fase di impostazione non sia la sua caratteristica principale. Speriamo che Paulo Canà sia esonerato il prima possibile perché non vogliamo che confonda le idee anche al colombiano. La descrescita infelice in salsa portoghese.
Argento: Babacar
Entrando sul 2-0 con tutta la squadra con il morale a terra riesce a toccare pochi palloni e anche a buttarla dentro. E’ l’unico che gioca da centravanti vero, l’unico che è in un periodo di grazia, l’unico che gioca bene spalle alla porta. Paulo Canà però, con le sue doti di veggente, ha spiegato in conferenza stampa che la Fiorentina non ha ancora assimilato il modulo a due punte che va inserito in un percorso di crescita collettiva. E mentre la squadra attraversa un periodo di crescita noi tifosi siamo in piena decrescita di entusiasmo.
Bronzo: Bernardeschi
Per il bronzo sono stato indeciso fino all’ultimo momento, anche Milic poteva meritarselo ma Bernardeschi ha fatto qualcosa in più. Almeno è stato uno di quelli che ha lottato fino a che ha avuto fiato, che ha saltato qualche volta l’uomo, che ha fatto un assiti al bacio a Kalinic, che ha mostrato furore agonistico anche se intermittente.
E ora una breve analisi sui singoli.
Borja Valero
Paulo Canà, che ha ormai esaurito tutti gli aggettivi superlativi che conosco, ha detto spesso che Borja può giocare sempre e dappertutto. Infatti, anche contro il Torino, Borja Valero ha giocato confinato da esterno sinistro alto, proprio sulla linea di Kalinic e a volte oltre. In quella posizione viene picchiato di più, deve coprire più campo, gioca sempre spalle alla porta, sempre pressato dagli avversari, sempre alla disperata ricerca di un minimo di spazio per mettere a frutto le sue doti da palleggiatore. Mentre al centro, nella zona nevralgica del campo, nella zona da dove dovrebbe partire l’idea illuminante ci giocano Badelj e Sanchez. Quando poi è uscito Bernardeschi lo spagnolo è stato dirottato a destra ma ormai aveva esaurito tutte le energie. Ma si può???
Badelj
Gli adepti di Paulo ce l’hanno con il procuratore, ma non si sono accorti, troppo attenti alle parole del mago, che Badelj è quello meno adatto a giocare in un centrocampo a due con accanto Sanchez. Sono due lenti che fanno del senso della posizione la loro arma migliore e quindi finiscono necessariamente per pestarsi i piedi. La Fiorentina avrebbe quest’anno un fiorfiore di centrocampo a tre, potendo alternare quatto giocatori discreti per non appesantire nessuno. Invece Paulo Canà punta sempre sul centrocampo a due ed è incapace di alternarli.
Milic
Anche contro il Torino ha confermato di essere un bell’acquisto, un terzino fluidificante vecchio stampo che copre degnamente la fascia.
La difesa tutta e Tatarusanu
Abbiamo una difesa più che soddisfacente perché nonostante la tattica suicida di Paulo, che insiste nel concedere l’uno contro uno agli avversari, riesce sempre a comportarsi degnamente. Ieri l’unica colpa che possiamo imputare è una dormita generale sul secondo gol ma in tante occasioni ha coperto benissimo e senza l’aiuto del centrocampo. Purtoppo sono in tre, con davanti un centrocampo a due, e dalle parti, almeno a destra, un attaccante sacrificato a difendere. Come chiedere di più?
Kalinic
Encomiabile come sempre ma troppo solo nel deserto dell’attacco della Fiorentina.
Il bradipo
C’è chi lo considera un giocatore di calcio, l’unico in grado di giocare sulla trequarti. Ieri ha offerto un altro saggio di come si deve giocare secondo lo schema di Paulo Canà, quello della descrescita infelice.
Forza ragazzi resistete, il tempo di Paulo sta scadendo!
Forse a volte dimentichi che Bernardeschi porta il 10 sulle spalle. Se Rui Costa avesse fatto le prestazioni di Berna di questi tempi gli avresti dato un voto fra il 3,5 ed il 4. Berna è in crescita, ma la strada è longa ancora.
Le mie pagelle dicono:
1-Sanchez
2-Babacar
3-Kalinic
Ho visto un Milic in crescita ma anche lui come altri hanno commesso troppi errori. Di tutti gli altri sottolineo la mia preferenza per Salcedo che considero veramente promettente.
Molto meno che negativo, ovviamente, il deleterio Ilicic che ha grandi colpi da fermo che andrebbero benissimo per il Crotone ma non certo per una squadra che lotta nella parte sinistra classifica (lo dicono soprattutto i numeri).
Bernardeschi è acerbissimo, ha tanta buona volontà e un po’ di istinto che gli fanno fare in 70/80 minuti un buon lancio e tanti pasticci: per me un giocatore di serie A che usa SOLO un piede non dovrebbe esistere.
Deve ringraziare proprio Sousa che sta cercando di recuperarlo con pazienza quando altri allenatori lo schiafferebbero semplicemente sulla meritata panchina o tribuna.
Per questi motivi fatico a pensare che Sousa abbia tante colpa quante gliene da Simone e francamente penso che non sia giusto utilizzare questo sito per fare una campagna a senso unico contro l’allenatore.
Le mie idee sono diverse dalle tue Simone, rispettale.
Io rispetto le tue, le leggo, ma non sono il Verbo: abbiamo battuto la Roma e messo in difficoltà il Milan con schemi e formazioni quasi uguali a quelli di ieri.
La sconfitta di ieri non dipende molto dallo schema (Valero è una vita che gioca a sinistra, secondo me) ma da scelte ed errori nella preparazione e nell’interpretazione della gara, soprattutto dei singoli.
Forse Sousa fa errori perchè non ci arriva, come dice Simone, o forse perchè è molto aziendalista e cerca di far crescere una squadra poco alla volta invece di buttare in campo solo i migliori e fregarsene degli altri: alla fine chi rischia è proprio lui. Ricordiamoci cosa fecero in passato alcuni allenatori con Vargas, con Lijajc, con Maggio, eccetera.
Forza Viola
Ero indeciso tra Bernardeschi e Milic, poi ho scelto Bernardeschi perché anche Davide l’aveva nominato come uno che aveva provato a fare qualcosa.
Ammetto di avere un debole, ammetto che la strada sia lunghissima, ammetto che sicuramente mi sbaglierò, ma almeno ho messo i miei sogni sopra un ragazzo di vent’anni, italiano, allevato nelle giovanili, serio, che si è fatto i capelli quando l’hanno richiamato, che ci mette la gamba, che dimostra un minimo furore agonistico quando gioca.