Pareggio a perdere

Il campionato è un’altra storia e ormai penso sia anche poco utile continuare a pensare alla svolta. E infatti quello di oggi è un pareggio a perdere, perché, appunto, continuiamo a perdere opportunità e soprattutto terreno nei confronti del settimo posto. E penso anzi che abbiamo il dovere morale di pensare alle coppe, cercando però di non far diventare scivolosa questa classifica. Per la prossima settimana la partita su cui impostare la formazione sarà quindi quella a Verona, che non dobbiamo perdere.

Ovviamente in questi giorni ritorneremo a scagliarci contro l’allenatore, che certo un po’ di colpe ne ha, e contro la società, che certo un po’ di colpe ne ha. Unica soluzione in mano alla società sarebbe il cambio del mister. Mi sembra però una soluzione molto azzardata, da valutare solo se nei prossimi turni si perdesse posizioni importanti rispetto al terzultimo posto. Forse qualche soluzione in più potrebbe averle proprio Italiano. Il mister però è un muro di gomma quando si fanno ipotesi di cambiare atteggiamento tattico. Certo, è stato un vero suicidio andare avanti con le due ali, avendo per tantissimo tempo avuto solo Saponara, Ikoné e Kouamé come soluzioni. E adesso che è rientrato Gonzalez, la mancanza di un vero playmaker costringe l’argentino a giocare a tutto campo, limitando però molto la sua pericolosità.

Anche contro l’Empoli niente di nuovo. Quando veniamo dal turno infrasettimanale, soffriamo sempre tantissimo nei duelli individuali, subendo molto il pressing. E anche oggi abbiamo regalato un altro gol perdendo malamente palla sulla nostra tre-quarti. E dobbiamo anche dire che, purtroppo, con Venuti nel primo tempo e Ikoné nella ripresa abbiamo giocato con un uomo in meno. E’ vero che Dodo non incanta, ma non può essere Venuti l’alternativa. E’ vero che Saponara è stato impalpabile, ma Ikoné crea ormai più occasioni di ripartenze che azioni pericolose. E dobbiamo anche dire che ad oggi la dimensione ideale per Jovic è quella della Conference. In campionato il centravanti non ha il tempo di pensare, di prendere la mira, di calciare in modo tecnicamente perfetto… la palla è già dall’altra parte del campo. Nonostante tutto, oggi almeno siamo arrivate diverse volte alla conclusione. Abbiamo tirato 27 volte. In qualche occasione è stato bravo Vicario. In altre c’è stata anche un po’ di sfortuna. Però la sostanza è che abbiamo centrato solo 4 volte la porta. E Ikoné ha sparato sempre in curva, senza fra l’altro rammaricarsi più di tanto.

Terzic non è stato travolgente, ma oggi lui e Biraghi sono le soluzioni più sensate. Il nostro centrocampo ha bisogno di Bonaventura e Castrovilli, perché Barak è troppo compassato con la palla ai piedi. Io sarei anche per provare Mandragora regista. E punterei su Cabral, perché lotta, perché comunque cerca di andare sulle palle sporche, perché qualche gol che conta riesce a farlo. Italiano deve inoltre fare in modo che Gonzalez sia più vicino possibile all’area di rigore. E dobbiamo sperare che Sottil e Brekalo siano prima possibile disponibili. E vorrei chiudere proprio con Brekalo. Abbiamo giocato 6 gare da quando è arrivato e lo abbiamo visto in totale 10 minuti. Spero davvero che non sia un altro acquisto sulla carta.

3 commenti

  1. Che pena, che pena, che pena!

    Purtoppo per noi, Italiano pensa di aver inventato il calcio, ed effettivamente credo proprio che abbia inventato qualcosa a proposito del calcio, lui ha inventato il calcio all’opposto.

    Quando dichiara che ci meritavamo di vincere vede le partite all’opposto. Mi ricorda l’ultimo Beppe Iachini, anche lui nelle conferenze stampa commentava partite che aveva visto solo lui.

    L’opposto del piede opposto, il vero cavallo di battaglia della tattica di Italiano, far giocare tutti dalla parte opposta. Tra un po’ vedremo anche i terzini sul piede opposto. Nel frattempo continuiamo a vedere le ali che giocano con il piede opposto così non riescono mai ad arrivare sul fondo e crossare. I cross dal fondo, quelli più difficili da respingere per i difensori e più facili da spingere in porta per gli attaccanti. Ma nel calcio all’opposto di Italiano non conta fare gol, conta prenderli.

    Infatti, se ci fate caso, quando attacchiamo noi le aree di gioco sono sempre piene zeppe di calciatori, perché si sa, quando la densità è maggiore è minore anche la probabilità di fare gol, nel calcio opposto. Ieri un tiro, non mi ricordo di chi, è stato respinto da Cabral. Chissà se quel tiro è stato inserito nel computo dei 27.

    Mentre, quando attaccano gli altri, la nostra area è libera, spesso è vuoto anche tutta la nostra metà campo, perché concedendo sempre l’uno contro uno agli avversari è più facile prendere gol. E questo, nel calcio opposto, va benissimo.

    Sempre all’opposto del calcio è la scelta del nostro centravanti, chi preferire tra uno che corre e lotta contro l’altro che pare un modello alla sfilata? La scelta è semplice, quello che ha il solito procuratore dell’allenatore.

    All’opposto è anche tutta la gestione del caso Ikoné, chi l’ha scelto? Perché lo fanno giocare? Perché nel calcio opposto i passaggi all’indietro valgono di più che quelli in avanti.

    E potrei andare avanti una giornata mentre la Fiorentina continua ad andare all’indietro… Mentre Italiano va avanti…

    Dico tutto questo per tranquillizzare i tifosi, stase sereni, con Italiano in panchina ci divertiremo solo all’opposto.

    Mi dispiace tanto per Commisso, perché ci mette i soldi e mi sembra anche l’anima, mi dispiace anche per Barone, che non sarà un esperto di calcio ma l’impegno ce lo mette tutto. Non so se mi dispiace per Pradé perché non so chi ha avuto l’ultima decisione su gente come Dodo, Ikoné, Mandragora, lo stesso Barak, il rinnovo di Bonaventura. Non si saprà mai ma non vorrei che Pradé fosse un ds che si mette a disposizione dell’allenatore, se così fosse basterebbe scegliere bene il prossimo. Il prossimo allenatore…

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.