Il mago di Brozzi

Dice Davide che a Brozzi ci sono i ranocchi e le pecore buone, quindi una piana perfetta per una partita di calcio tra scapoli e ammogliati. La mia squadra preferirei che giocasse contro il mago di Brozzi, perché è abbastanza facile giocarci contro, basta aspettare e partire di rimessa. Farei un figurone anche io.

Al mago di Brozzi non piace il gioco semplice, non piace vincere facile, lui è per lo spettacolo e il calcio astruso. Oserei dire che il suo è calcio distopico.

Tanto per cominciare il mago di Brozzi non gioca mai in undici, se può fa giocare Ikonè. Mi dispiace per il ragazzo ma Ikonè gioca a calcio con lo stesso spirito con cui io giocavo a bandierina da bambino. Ikonè è a Firenze da due anni ormai completi, ha giocato 66 partite, quasi due campionati interi, quante partite dovrà giocare ancora per rendersi conto che non è adatto al gioco del calcio in Italia? In 66 partite quante saranno quelle in cui il suo contributo è stato sufficiente? 6? Vogliamo esagerare e arrivare a 10? Possibile che una squadra di serie A si possa permettere di avere un giocatore che gioca una partita bene ogni 6 per due anni consecutivi?

Andando avanti c’è da considerare che molto spesso al mago di Brozzi piace giocare in 9. Bonaventura quest’anno ha giocato 21 partite realizzando 6 gol fino a inizio dicembre, da lì in poi, negli ultimi due mesi, è diventato Disavventura. Perché? Perché è semplice, perchè il tempo passa per tutti, e quando hai 34 anni non hai più il passo giusto. Come vengono impiegati i calciatori molto tecnici ma ormai in là con gli anni? L’allenatore normale cerca di salvaguardarlo nel minutaggio oppure nella posizione in campo, l’allenatore speciale, come il mago di Brozzi, lo mette come giocatore a legare centrocampo (a due) e attacco (a tre), il ruolo più delicato, più tartassato, dove serve velocità di esecuzione, resistenza, voglia di prendere le pedate. Possibile che un calciatore di 34 anni in scadenza di contratto abbia voglia di giocare in quel ruolo?

Difendere bene, attaccare benissimo è il motto del mago di Brozzi, infatti i nostri attaccanti sono impiegati incessantemente in operazioni di pressing altissimo, salvo poi esaurire le energie abbastanza presto e quindi giocare almeno una parte di partita come le belle statuine. Il trucco è: si corre quando gli altri hanno la palla, cioè si rincorre, si sta fermi quando la palla l’abbiamo noi, perché siamo stanchi. Stasera ho visto più evidentemente di altre volte una certa flessione di ritmo abbastanza presto, diciamo che alla mezz’ora eravamo già in riserva. Più fisica o più mentale? Non sarà che chi scende in campo inizia a sentire, anche insconsciamente, una certa repulsione nel dover rincorrere le ranocchie della piana di Brozzi?

Un’altra caratteristica fondamentale del mago di Brozzi è che non ci si difende mai in superiorità numerica, troppo facile, ci si difende sempre nell’uno contro uno, meglio in inferiorità, meglio con il fuorigioco sempre a centrocampo, proprio come faceva Zeman. Almeno lui era uno controcorrente anche nelle opinioni, il mago di Brozzi invece è parecchio fedele alla linea.

Concludo con una riflessione sul pullman davanti all’area di rigore, Allegri viene tacciato di iper difensivismo perché schiera un pullman davanti alla propria area di rigora, il mago di Brozzi, che è speciale, riesce a schierare un pullman davanti all’area di rigore avversaria così che gli attaccanti, oltre che trovare lo spazio occupato dagli avversari, lo trovano occupato anche dai compagni. Viva il mago di Brozzi (fino a che Rocco e Joe non si stuferanno).

Anche stasera, oltre a perdere tempo a guardare una partita in cui non abbiamo praticamente mai tirato in porta, ho perso tempo a scrivere un articolo di sfogo sul mago di Brozzi. Praticamente come andare a tirare i sassi al sole. E domenica c’è l’Empoli…

2 commenti

  1. Noto proprio ora che le prime dichiarazioni sono: “Abbiamo fatto tante cose giuste, loro le hanno fatte con più qualità”

    E un commento a seguire dice: “E’ finito l’entusiasmo e il gioco. Gli avversari sanno da tempo come giocare contro di noi, ma c’e’ chi non lo vuole vedere! Non arrivano palloni dal fondo, cosi a breve appassira’ anche Belotti! L’ennesimo. Ma ormai l’importante e’ che la curva salti contenta a fine gara.”

    Però pare che sia un allenatore forte e che impara… Facciamo finire febbraio, che è il mese in cui le squadre forti fanno la differenza, e poi ne riparliamo.

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