Si tifa…

Ormai si gioca a carte scoperte. Siamo veramente nel rush finale di questa stagione, sappiamo che comunque finisce il ciclo Italiano. Penso non abbia senso, sarebbe assurdo pensarlo, che ci sia qualcuno fra le decine e decine di tesserati viola che non voglia ottenere qualcosa da ricordare. Siamo arrivati al mese finale di un percorso di tre anni, dove c’è stata sicuramente un’evoluzione di squadra e tecnico, anche se molti non vogliono riconoscerlo. C’è stata, soprattutto, sempre forte un’identità di squadra, di principi, di gioco. Evidentemente a molti non è piaciuta, motivo per cui i rapporti si sono logorati, ma questa non si cambia certo nell’ultimo mese. Fra un mese e mezzo circa sapremo di più del futuro e a me sinceramente da Guardiola vero a Iachini, tutti adesso mi lasciano indifferenti. In questo momento particolare, dove quindi c’è commistione fra speranze, rancori, prospettive di un futuro diverso e quindi migliore, è venuto meno interesse a commentare le gare. Visto che non siamo pagati per farlo necessariamente, preferisco viverle giornata dopo giornata.

In questo momento e più che mai, allora, si tifa… e si tifa per la squadra e l’allenatore che si ha, non per quelli che ci piacerebbe avere. In fin dei conti, giovedì l’atmosfera al Franchi è stata positiva e sono stato molto contento. La Fiesole si è riempita totalmente, ma lo stadio si è fatto sentire. E’ chiaro che si vive sulla sottile linea rossa. Il confine fra delirio e contestazione aperta è molto labile. Tutti ovviamente ci auguriamo il meglio, ma mi dispiacerebbe davvero molto se alla fine questa squadra, nel suo complesso, fosse criticata, come accadde alla Fiorentina di MOntella nella semifinale persa con il Siviglia. Secondo me è stata quasi una maledizione quella serata. Ma non voglio pensarci. Penso che questo gruppo meriti tutto il sostegno dei tifosi e anche il nostro rispetto. Ovviamente alla fine di un ciclo bisogna saper scegliere prima di tutto gli uomini e poi i giocatori per fare l’impresa. Quarta centrocampista penso sia sufficiente a spiegare questo concetto. Come penso che Kouamé lo vedremo quasi sempre titolare nelle partite che contano. E ci sarà quasi sempre anche Biraghi, che certo non brilla. Ma anche giovedì ha giocato con il macigno dei mugugni continui sulle spalle per 120 minuti e comunque al 107-esimo è quello che ha corso più veloce di tutti per farsi 80 metri di campo e andare a prendersi l’assist di Ikoné. Ci saranno Belotti, Nico, Bonaventura, sperando che siano al meglio. Non capisco molto Arthur, limitato nella sua autonomia e un po’ anche nella sua orchestrazione. Questa sarà la cosa più difficile per Italiano, scegliere gli uomini giusti oltre che i giocatori appropriati. Perché ormai è chiaro che questa squadra sa volare e sa affogare in un bicchier d’acqua.

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