Le cose capitano

Sapevamo che la sfida contro l’Inter sarebbe stata molto complicata, quasi proibitiva. Nonostante le assenze, questa partita è capitata in un momento topico del duello al vertice, con la Juve che aveva superato i nerazzurri, impegnati in Supercoppa. Da parte nostra, in un gennaio sempre avaro di risultati, siamo arrivati alla gara con non poche difficoltà. Contatissimi sulle fasce, un mercato bloccato, giocatori importanti un po’ fuori condizione. Ce la siamo giocata con il solito approccio del rischio calcolato, quello che fa arrabbiare Simone e penso molti come lui. Questa è la Fiorentina, che piaccia o no. Il rischio calcolato ci ha portato a rischiare molto in un paio di ripartenze, nate soprattutto da errori di impostazione e di posizione. Ma senza subire il gol, che invece abbiamo subito da calcio d’angolo, piazzati, in superiorità. Non siamo una squadra che sa difendere bassa per molto tempo, che piacca o no. E comunque un gol per niente banale, da grande centravanti, con girata di testa, esterno allo specchio della porta. Fanno un po’ sorridere le critiche sulla marcatura di Parisi. C’è una grande disparità fisica fra Fiorentina e Inter e fare il gioco delle coppie era comunque complicato. Ma queste sono cose di calcio, che a pochi ormai interessa discutere. Fatto sta che con il rischio calcolato, la Fiorentina ha rischiato, ma ha avuto anche ottime occasioni per segnare, senza farlo evidentemente. Questa volta ci ha tradito proprio l’uomo che attendavamo da quasi due mesi, il migliore, che ha sbagliato in modo quasi imbarazzante dal dischetto. A circa 20 minuti dalla fine, poteva cambiare veramente le sorti della gara. Ha sbagliato. Cose che capitano. E queste cose capitano anche per farci un po’ riflettere sulla montagna di critiche e insulti a Ikoné per il rigore che si era procurato e poi ha sbagliato. Mentre è molto importante evidenziare che mettiamo gli avversari in condizione di provocare rigore. Ma non c’è stato solo il penalty. Simone diceva la scorsa settimana: quante volte in tre anni ai nostri attaccanti sono capitate occasioni come abbiamo concesso a SImeone. Beh, premesso che facciamo molto in fretta a dimenticare le cose, si può dire che nella partita con l’Inter la nostra punta ne ha avute almeno 3 o 4 di quelle occasioni, sia per colpire, sia per fare assist determinanti.

La Fiorentina è stata in partita fino alla fine, ha avuto le sue occasioni, ha messo in difficoltà l’Inter. Ha perso, anche perché è ovviamente inferiore. E perché comunque non siamo al meglio, con Sottil di nuovo ai box, Ikoné innocuo, Arthur in difficoltà, Bonaventura costretto a giocare esterno, in uno schema che a me sembrava molto un 4-4-2, usato evidentemente per tamponare un po’ le fasce dell’Inter. E’ andato bene Faraoni, che in questo momento è più brillante e lucido di Kayode. Bene anche Ranieri, mentre di Nzola abbiamo detto. Di Nico, prendiamoci al momento il rientro.

In tutto questo, con la sconfitta è arrivata anche la sensazione che il mercato della Fiorentina fosse bloccato e destinato a qualche acquisto veramente da mercato riparazione. Invece stanno capitando cose, forse anche molte. Personalmente ritenevo Belotti la soluzione migliore per noi. Vediamo se queste cose accadono veramente. Quantomeno c’è il sospiro di sollievo che comunque vada, fra due giorni finisce. Vediamo venerdì con quale Fiorentina possiamo riprendere la nostra rincorsa all’Europa. Sarà complicato, siamo di nuovo al mucchio selvaggio, ma già esserci deve essere motivo di orgoglio.