Attori non protagonisti

Giusto per dare un perimetro un po’ equilibrato alla partita di ieri, la seconda del tour de force, bisogna pensare a cosa una settimana fa pensava la maggior parte di tifo e addetti ai lavori. Doveva iniziare un profondo girone dell’inferno e quindi quattro punti in piena media inglese sono buoni. Detto questo, la prestazione di ieri ovviamente non è stata buona e non lo è il risultato se si pensa che abbiamo giocato un tempo in superiorità. Alla fine, c’è stato un filo conduttore per tutta la gara. Prima il Torino ha provato a forzare la partita, con tutti i mezzi leciti e meno liciti. E noi in modo un po’ passivo e rassegnato abbiamo cercato di aspettare che passasse l’onda alta. Nel secondo tempo il pallino è passato in mano a noi, il Toro ha fatto soprattutto il riccio e noi quasi a compiacere questo atteggiamento con un giro palla lento che non sfondava. Come fil rouge, una squadra e una platea in continua protesta contro un arbitro, che ha arbitrato malissimo, ma non certo contro il Torino nei 100 minuti. E noi li a guardare, passivi. Per questo dico che siamo stati gli attori non protagonisti. La critica se l’è presa l’arbitro, le ragioni (parliamone) il Toro, nessuno ha vinto. Dovevamo essere noi, ma sembrava non fosse il nostro ruolo.

Prima di parlare di noi, vorrei parlare dell’arbitro e dell’atteggiamento del Toro (a 360°). I giocatori granata compiano ogni intervento al limite del fallo, in ogni zona del campo in ogni momento della partita. Non è facile arbritrare a Torino e questo devo dire specialmente quando ci siamo noi, forse più del derby. Il fallo sul gol di Zapata non l’aveva visto solo l’arbitro. L’azione partiva da una punizione dove Linetty aveva steso Beltran con un netto fallo da ammonizione e l’arbitro ha capovolto la decisione. La gomitata di Ricci a Nico era un arancione. E il suo gesto verso l’arbitro è stato plateale, esagerato, volutamente provocatorio. Da regolamenteo è ammonizione. E’ verso che l’arbitro, a tempo scaduto, poteva usare un po’ di buon senso. Ma quante volte abbiamo detto che non è bello tollerare certi atteggiamenti dei giocatori. E cosa avrebbe fatto l’arbitro se una protesta così plateale l’avesse fatta uno di noi? Lo dico io: minimo ammonizione. Dopo di che nella ripresa ha fischiato l’inevitabile contro il Toro e tutto il resto contro di noi. E aveva ragione in un paio di occasioni Italiano a essere arrabbiato. E alla fine gesto di Juric, proteste della società, addirittura insinuazioni della stampa amica granata. Insomma, oggi secondo me, con questa società, con questo allenatore, con atteggiamento del tifo granata nei confronti dei nostri, con astio che si nota nei giocatori in campo, non capisco cosa ci sia di gemellabile con i colori viola. Se non vogliamo macchiare il passato, magari sospendiamolo, ma così non ha senso.

Veniamo infine a noi. Italiano ha provato a giocarsela ancora con il palleggio. Scelta che ha portato poco. Forse anche mettendo più incontristi (che poi ne abbiamo mezzo) non penso che il primo tempo sarebbe cambiato molto. E’ successo quasi sempre a Torino, anche per i motivi sopra. E la Fiorentina non ha rischiato poi tantissimo. Lascia invece molti dubbi la gestione del secondo tempo. Posso capire che per 15/20 minuti si provi a girare palla, trovare spazi negli esterni, creare 1 contro 1. Però oggi unico che può fare 1 contro 1 è Nico e quindi la Fiorentina è stata pressoché innocua. Non capisco incaponirsi fino al 90-esimo con questo gioco. E’ vero che piano piano il Torino ha concesso qualcosa, ma troppo poco. Fra l’altro con Barak, con Belotti, con Nico, avrei messo prima anche Nzola e provato a buttare a ripetizione palle nel mezzo e giocare sul limite per le ribatture. C’è da dire che Belotti purtroppo è rimasto intrappolato dall’emozione o forse dalla paura di fare qualcosa contro la sua ex squadra. Sottil invisibile, Beltran e Bonaventura hanno lottato, ma senza trovare la giocata giusta. Nzola sta entrando senza cattiveria, come il meno protagonista degli attori non protagonisti. Su Sottil non spendo più parole. Personalmente spero che presto Ikoné ritorni al suo posto.

Rimane il rammarico per l’occasione sprecata, ma un punto a Torino dopo la vittoria con la Lazio fa parte di un percorso che ci deve caricare e che è appena iniziato.

3 commenti

  1. Che tipo di partita serebbe stata lo si è capito dopo venti secondi, quando Linetty ha fatto un fallo da ammonizione sulla caviglia di Arthur. Devo dire che il brasiliano si è rivelato abbastanza giocatore, perché ha stretto i denti ed è rimasto dentro la partita, sia fisicamente che psicologicamente.

    In undici contro dieci non siamo riusciti a fare praticamente niente, il Torino si è difeso con ordine e senza affanno.

    Per me il modo di giocare di Guardiola è assurdo, si rinuncia a priori al contropiede, come se un pugile decidesse di combattere con un braccio solo. Che in campo ci sia Sottil, Ikonè, Gonzalez il gioco è lentissimo, scolastico, gli attaccanti ricevono palla sempre spalle alla porta e i cross sono fatti sempre dalla trequarti. Ma dove si vuole andare…

    Ora comincia il ciclo di ferro che si concluderà il 24 Aprile, quando i petali della margherita saranno stati tutti sradicati e Guardiola (noi con lui) rimarrà con un pugno di mosche. A quel punto ci affideremo a Rocco e Joe. Speriamo che dopo quattro anni di calcio siano illuminati e capaci da poter piazzare due colpi decisivi: direttore sportivo e allenatore.

  2. Simone, che direttore sportivo? Il direttore sportivo non serve: è Joe!
    Per cui .. aspetta e spera!! Anche un orologio rotto due volte al giorno ci azzecca.. speriamo capiti anche a lui!

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